Roma, 06/07/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Innovazione e transizione energetica: Italia in ritardo di 5/7 anni

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Secondo l’ultima pubblicazione ENEA, Innovatori e innovazione, il nostro Paese è ben lontano dall’aver raggiunto livelli ottimali di intensità tecnologica nel tessuto produttivo (solo lo 0.9% del Pil è impiegato in ricerca e sviluppo). Un gap notevole per la transizione ecologica, che, invece, si nutre di innovazione.

In Ricerca e Sviluppo solo lo 0,9% del Pil italiano 

L’innovazione ricopre un ruolo cardine nel processo di decarbonizzazione intrapreso dall’Unione Europea. La tecnologia è centrale per la transizione ecologica, e assume con le rinnovabili, una funzione sempre più strategica. In questo scenario, tuttavia, l’Italia non gode di ottima fama. Secondo l’ultima pubblicazione ENEA,Innovatori e Innovazione, nel Bel Paese l’intensità tecnologica del tessuto produttivo è inferiore alla media europea e le spese in R&S in rapporto al Pil ammontano a circa 0,9% contro l’ 1,4% dell’UE (dati 2021). 

Un ritardo di 5-7 anni rispetto alle principali economie

Tra le maggiori criticità sul fronte dell’innovazione in Italia, c’è sicuramente la mancanza di investimenti. In base a una rilevazione del network mondiale EY, l’investimento Venture Capital in Italia è stato pari a 35 euro pro capite nel 2022, contro i 149 della Francia e i 153 della Germania, evidenziando un ritardo di 5-7 anni rispetto alle altre principali economie continentali nell’andamento annuo di questo tipo d’investimento.

Accrescere la competitività delle aziende nostrane

L’attività di ENEA è orientata, oltre che alla ricerca, anche al trasferimento tecnologico dei risultati conseguiti e dei prodotti realizzati, nonché al tessuto industriale italiano e alla formazione e qualificazione di figure professionali, al fine di contribuire ad accrescere la competitività delle aziende nostrane a livello europeo e internazionale. 

La ricerca dovrà promuovere e supportare lo sviluppo dell’intera filiera tecnologica, individuando priorità di ricerca a breve, medio e lungo termine in funzione della maturità delle specifiche tecnologie, della disponibilità di rinnovabili, della prontezza e capacità al cambiamento di specifici settori rispetto ad altri, ecc. Le innovazioni dovranno porsi come obiettivo la riduzione dei costi di investimento (CAPEX) e gestione (OPEX) delle tecnologie, l’aumento dell’affidabilità, dell’efficienza, della durata di vita e della sicurezza” si legge nell’intervento di Giulia Monteleone, Responsabile della Divisione Produzione, Storage e Utilizzo dell’Energia, Dipartimento Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili – ENEA.

Una sfida e un’opportunità al contempo

“La transizione verso un’economia sostenibile richiede trasformazioni fondamentali in tecnologia, industria, economia, finanza e società nel suo complesso”, sottolinea nel suo editoriale il presidente ENEA Gilberto Dialuce. “Non sarà possibile raggiungere gli obiettivi prefissati con interventi esclusivamente di natura tecnologica. È una sfida impegnativa che rappresenta al tempo stesso un’opportunità di rilievo per la crescita economica e occupazionale. L’innovazione è pietra angolare ed elemento essenziale che fa la differenza, e gli innovatori hanno un ruolo di sempre maggiore rilievo e responsabilità, come pure l’investimento in ricerca e innovazione che resta di assoluta preminenza e impone quindi un cambio di passo per colmare il divario con le economie più avanzate, trovando nuovi

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