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In Gran Bretagna nasce il controllo missione per l’energia pulita, si affiancherà alla nuova società pubblica GB Energy

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Il Regno Unito torna a parlare di transizione energetica e percorso di decarbonizzazione, con una nuova Mission Control per le fonti rinnovabili, che lavorerà fianco a fianco con la già annunciata nuova società pubblica per l’energia pulita GB Energy. Ecco come.

Un nuovo controllo missione per l’energia pulita in Gran Bretagna

Dopo 15 anni di opposizione, i laburisti strappano il Governo agli storici avversari conservatori e vista l’importanza del risultato elettorale anche le prime mosse non potevano essere da meno. Chris Stark, ex presidente del Comitato sui cambiamenti climatici (CCC), è stato nominato alla guida della nuova “Mission Control” per l’energia pulita, un’unità incaricata di raggiungere gli obiettivi green nazionali fissati per il 2030.

Il Segretario di Stato per la sicurezza energetica e le politiche Net Zero, Ed Miliband, ha affermato che Mission Control sarà uno “sportello unico, che riunirà un team di esperti e funzionari del settore per risolvere i problemi, negoziare e spianare la strada ai progetti energetici”.

Il nuovo organismo, è spiegato in un articolo pubblicato su Osborne Clarke a firma di Luke Hopper, Khushal Thobhani, Jessica Sawford, Charlotte D’Arcy e Hannah Bradley, avrà il compito di collaborare con le principali organizzazioni energetiche, tra cui Ofgem, National Grid e l’Electricity System Operator (ESO), per facilitare i progressi su progetti di energia pulita nuovi ed esistenti.

Le quattro aree di azione

Affrontare la crisi climatica e accelerare la transizione verso l’energia pulita è la sfida più grande del Paese e la sua più grande opportunità. Agendo ora – ha spiegato Stark – possiamo mettere il Regno Unito in prima linea nella corsa globale verso le emissioni net zero“.

Quattro aree chiave in cui il controllo missione del Governo britannico dovrà operare:

  • implementare e monitorare la strategia complessiva per fornire energia pulita entro il 2030 in tutto il sistema energetico nazionale;
  • monitoraggio in tempo reale dei progressi nei progetti infrastrutturali del Regno Unito fondamentali per l’obiettivo del 2030;
  • promuovere il dibattito tra esperti per facilitare l’innovazione;
  • svolgere il ruolo di coordinatore tra governo e industria.

Lavorerà assieme alla nuova GB Energy

Il controllo missione lavorerà in affiancamento ad un’altra rilevante novità del governo laburista, Great British Energy (GB Energy), una società energetica di proprietà pubblica a gestione indipendente che ha l’obiettivo di fornire al Paese energia pulita e allo stesso tempo abbattere gli importi in bolletta per famiglie e imprese.

Non solo energia green a basso impatto ambientale o nullo, a seconda delle fonti di cui parliamo, ma anche l’obiettivo di assicurare una maggiore autonomia energetica al Paese, riducendo la dipendenza da fornitori esteri, come nel caso della Russia, ma anche di altri Paesi considerati instabili o addirittura troppo vicini a gruppi terroristici.

Un acceleratore di rinnovabili

GB Energy non ha comunque il mandato di rinazionalizzare il settore energetico, come accaduto con EDF in Francia, ma avrà più che altro il ruolo di acceleratore di progetti di green energy e di facilitatore per quel che riguarda i passaggi amministrativi e gli stessi investimenti.

Entrerà sul mercato con una capitalizzazione limitata di circa 8,3 miliardi di sterline. Tali risorse serviranno a promuovere gli investimenti, anche privati, nei progetti green, tra cui certamente le rinnovabili.

Tra gli scopi istituzionali della nuova società, infatti, abbiamo in primo luogo gli investimenti in nuove tecnologie, in particolare l’eolico offshore galleggiante, attraverso partnership con il settore privato; in secondo luogo, la promozione dell’energia rinnovabile per fornire vantaggi ai territori attraverso un “piano energetico locale“.

Questo piano mira a rafforzare le comunità, dando loro quote di proprietà in progetti di energia rinnovabile attraverso collaborazioni con autorità locali e partner del settore privato.

Secondo un approfondimento sull’Autralian Energy Council a firma di Tom Monaghan, infine, c’è chi nel governo britannico vede la GB Energy come un potenziale gigante del settore, delle dimensioni di Equinor in Norvegia o Orsted in Danimarca, che sono di proprietà dello Stato e allo stesso tempo operano in maniera indipendente sui mercati mondiali.

Giornalista

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