Roma, 10/09/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Il Quaderno ASviS sulle città italiane e i “Climate city contract”. Focus su Roma, Milano e Firenze

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Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino sono le città italiane che hanno aderito alla Missione “100 Climate-Neutral and Smart Cities by 2030” prevista da Horizon Europe. Il Quaderno ASviS illustra i contratti sottoscritti dalle città con la Commissione europea. I percorsi di tre grandi Comuni: Roma, Milano e Firenze.

Il Quaderno ASviS sui “Climate City Contract

Nove città italiane hanno aderito alla Missione “100 Climate-Neutral and Smart Cities by 2030” del programma Horizon Europe”, con l’obiettivo di pianificare ed accelerare un percorso urbano di neutralità climatica.

Il Quaderno ASviS dal titolo  I ‘Climate City Contract’ delle nove città italiane della Missione Ue sulla neutralità climatica entro il 2030”, curato da Giovanni Fini (Urban@it) e Daniela Luise (Coordinamento Agende 21 locali), moderatori del Sottogruppo sulle Politiche climatiche per il Goal 11 “Città e comunità sostenibili“, descrive e racconta i primi risultati, raggiunti in questa direzione, da Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino.

Un capitolo per ogni città esaminata. Questa la struttura del documento, che offre alle realtà urbane e alle comunità che si occupano di sostenibilità ambientale, innovazione e transizione, dei validi punti di vista sull’operato delle amministrazioni coinvolte.

In particolare, si sottolinea già nel titolo la centralità dei “Climate City Contract”, strumenti chiave per dare continuità alle politiche climatiche e promuovere un’azione sinergica e sistemica.

Questi documenti si compongono di tre componenti principali: impegni strategici, piano d’azione e piano di investimenti.

Come spiegato dall’ASviS, “un vero e proprio contratto con le città”, uno modello di innovazione della governance per aiutare le città ad affrontare in modo collaborativo gli ostacoli che si frappongono al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2030.

Enrico Giovannini (ASviS): “Il percorso verso la neutralità è difficile ma possibile

Le città sono ecosistemi complessi che allo stesso tempo influenzano e subiscono le dinamiche climatiche attraverso i sistemi dell’abitare, della mobilità, della produzione e consumo di energia e della gestione dei rifiuti”, ha commentato il direttore scientifico dell’ASviS, Enrico Giovannini.

Come emerge dal Quaderno ASviS, il percorso verso la neutralità è difficile ma possibile, prendendo esempio dalle nove città analizzate, dove le emissioni sono già diminuite in modo significativo rispetto al 2015. Vi sono però ancora molte barriere, sia di carattere sia normativo sia culturale, come per esempio quelle che frenano la riqualificazione energetica degli edifici, la possibilità di produrre energie rinnovabili su scala locale, l’elettrificazione dei trasporti, il passaggio a forme di mobilità sostenibile. Per superarle occorre aumentare la disponibilità di risorse, pubbliche e private. Per questo, per accelerare il percorso di decarbonizzazione delle città italiane bisogna rafforzare la collaborazione a livello politico e istituzionale, su scala locale, regionale, nazionale ed europea, e coinvolgere in maniera strutturale le imprese e la società”.

I contratti sono atti ufficiali, sottoscritti con la Commissione europea non solo dai Comuni coinvolti nell’iniziativa, ma anche da numerosi stakeholder pubblici e privati, che si impegnano a raggiungere gli obiettivi concordati.

Qui di seguito possiamo riportare alcuni dati relativi a tre grandi città che hanno aderito alla Missione “100 Climate-Neutral and Smart Cities by 2030”: Roma, Milano e Firenze.

Per la Capitale d’Italia la partecipazione alla Missione rappresentato una grande sfida nella direzione di definire un quadro coerente di azioni per accelerare la decarbonizzazione nei diversi settori.

Focus Roma

Il nuovo Piano, approvato a novembre 2023 dall’Assemblea Capitolina, ha portato l’obiettivo di riduzione delle emissioni a -66,3 % al 2030 rispetto alle emissioni al 2003, si legge nel capitolo del Quaderno Asvis dedicato a Roma, aumentandolo rispetto al PAESC approvato nel 2021 che prevedeva una riduzione di -51,6%.

In termini di emissioni nocive, si registra una riduzione del 35% rispetto al 2003 e dell’11% rispetto al 2015, passando da 12,905 milioni di tonnellate di CO2eq nel 2003 a 8,598 milioni nel 2019. L’analisi delle emissioni fotografa una netta prevalenza di quelle provenienti dagli edifici (per gli usi elettrici e termici) e dei trasporti, con rispettivamente il 60% e il 34% delle emissioni totali. Le emissioni derivanti da rifiuti pesano per il 5% e quelle da attività industriali invece per l’1%.  

Il patrimonio costruito rappresenta il settore più importante di intervento in termini quantitativi e sono rilevanti gli interventi in corso con l’obiettivo di ridurre la spesa energetica e di combattere la povertà energetica. Entro il 2027, puntando su elettrificazione e decarbonizzazione, saranno riqualificati 230 edifici scolastici, si interverrà nelle periferie di Corviale, Tor Bella Monaca, Pineto e Santa Maria della Pietà con interventi di riqualificazione ed efficientamento energetico degli alloggi e recupero degli spazi pubblici, ma anche teatri, musei, biblioteche.

La sfida sta proprio nel tentare di dare continuità a questi interventi anche quando termineranno le risorse “straordinarie” previste, attraverso modelli di intervento che prevedano partnership pubblico-private e precise prestazioni energetico-ambientali da rispettare, su cui la città sta già sperimentando sia nell’edilizia scolastica che in quella residenziale pubblica.

Focus Milano

Nel quadro più ampio del “Piano Aria e Clima” di cui si era dotato nel 2021, il Comune di Milano ha avviato un percorso selettivo e mirato di coinvolgimento di attori chiave per la transizione.

Presentato a marzo, il documento include un portafoglio di più di 150 azioni proposte dal Comune di Milano e da 25 firmatari, che sono state organizzate attorno a quattro macro priorità strategiche: a) migliorare l’efficienza energetica degli edifici e promuovere fonti rinnovabili; b) ridurre gli impatti del trasporto urbano e favorire la mobilità sostenibile; c) potenziare l’infrastruttura verde e aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici; d) minimizzare la produzione di rifiuti e ridurre il consumo dei materiali.

Grazie anche a soluzioni quali le zone a traffico limitato (area B e area C) e la tariffazione della sosta che disincentivano l’uso del mezzo privato, a cui si aggiungono forme diverse di mobilità sostenibile, Milano si distingue per un comparto mobilità e trasporti che genera minori emissioni di gas serra rispetto ad altri contesti urbani simili.

Per l’economia circolare, poi, c’è il progetto bandiera degli hub antispreco, per il recupero e la redistribuzione delle eccedenze alimentari, insieme a una gestione dei rifiuti urbani con un tasso di raccolta della frazione umida tra i più alti d’Europa.

Oltre i contributi straordinari del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e del programma “Next Generation EU”, il Piano degli investimenti sollecita una riflessione sugli strumenti finanziari a supporto della transizione, che possano combinare risorse pubbliche (da fonti diverse) e private, anche alla luce della nuova direttiva europea sulla prestazione energetica degli edifici (EPBD), approvata definitivamente nell’aprile 2024.

Focus Firenze

Firenze ha presentato il Patto Climatico Cittadino, con il supporto dei primi sottoscrittori, ad ottobre 2023 e il 21 marzo 2024 la Commissione Europea lo ha ufficialmente approvato e ha consegnato la Climate Label. Firenze è così la prima città italiana, insieme a Parma, a ricevere questo importante riconoscimento.

Il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAESC) al 2030, in continuità con il precedente e punto di partenza per l’elaborazione del nostro Patto per il Clima, prosegue con l’impostazione strategica di integrazione sistemica delle politiche energetiche in tutti gli ambiti di competenza.

Gli obiettivi posti sono quelli che vedono al 2030 una riduzione dell’81% delle emissioni e di una compensazione del 19% per una neutralità al 100% grazie a un piano strutturato per campi d’azione.

Il “modello zero” volto a “Perseguire la neutralità climatica e il benessere dei futuri cittadini” consiste in oltre 80 azioni e sotto-misure appartenenti gerarchicamente ai portfolio di competenze. Un portfolio non è semplicemente un elenco di azioni collegate tra loro, è uno sforzo collettivo verso una direzione comune.

Il primo aggiornamento è previsto a fine 2024: una ulteriore tappa verso “Firenze net zero 2030”, obiettivo che non sarebbe stato possibile se non grazie al forte commitment politico, alla base di tutte le strategie urbane e locali.

Giornalista

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