Il Marocco vuole destinare 1 milione di ettari di terreni per lo sviluppo di progetti sull’idrogeno verde, e tutto questo non solo al fine di promuovere l’utilizzo del vettore energetico, ma anche per attrarre nuovi investitori internazionali.
Le intenzioni del Marocco
Le intenzioni del Marocco su quel che riguarda lo sviluppo dell’idrogeno green sono ben visibili anche dall’ultima decisione presa e comunicata dal governo, che vuole destinare 1 milione di ettari di terreni per lo sviluppo di progetti focalizzati sul vettore.
Il fine principale è quello di attrarre nuovi investitori internazionali, già consapevoli di che importante produttore sia la Nazione per quanto riguarda l‘energia solare. Ma rimanendo in tema di H2, di che tipo di iniziative stiamo parlando?
L’obiettivo è produrre nuova energia pulita per alimentare gli impianti di elettrolisi, prevedendo anche l’eventuale conversione dell’H2 verde in derivati come ammoniaca, metanolo e fuel sintetici. Il Marocco sarebbe dunque intenzionato a proporre degli incentivi molto convenienti, riservati sia alla produzione del carburante che all’esportazione.
Lo sviluppo del settore
Che dunque il Paese stia dedicando molta attenzione allo sviluppo del settore non è di certo una novità, ma non era mai stato specificato che sono ben 300.000 ettari gli spazi che il governo dedichetà a tale scopo, sperando di consolidare sempre di più la propria leadership nel panorama internazionale.
In questo contesto, non bisogna dimenticare che, da qui al 2050, il Nordafrica potrebbe essere il principale esportatore mondiale di idrogeno.
‘Offerta Marocco’
Reuters per esempio ricorda che sono già oltre 100 gli investitori internazionali che hanno manifestato interesse a produrre il combustibile all’interno dello Stato, che punta sempre di più a capitalizzare le proprie risorse naturali per posizionarsi come futuro hub e punto di riferimento per la transizione energetica.
Tutto questo rientra nella cosiddetta ‘Offerta Marocco’, definita così proprio per stimolare la crescita e l’uso del carburante prodotto da fonti alternative, e che vuole anche dar vita a un’infrastruttura competitiva che sia ben pianificata, rispettando le esigenze dell’industria con misure di sostegno appositamente studiate.
Non solo l’idrogeno
Ma non solo l’idrogeno risulta essere il punto di forza della Nazione. Il primo ministro marocchino Aziz Akhannouch infatti, spiega in una nota che le sue intenzioni puntano di certo in primis allo sviluppo della filiera dell’H2, ma che comunque vertono anche ad altre fonti alternative. Qui infatti si trovano alcune delle più grandi centrali fotovoltaiche al mondo.
Altro esempio poi è il maxi progetto da 25 miliardi di dollari denominato Xlinks, con l’ambizione di fornire energia pulita dal Marocco al Regno Unito con l’installazione di 200 km2 di pannelli solari, e di due cavi per il trasporto a lunga distanza.
Ci si continua ancora a chiedere se il Paese nordafricano, che vorrebbe quasi essere ‘la salvezza’ del Mediterraneo sul tema rinnovabili, riuscirà davvero a generare il 52% della propria elettricità solo dalle Fer entro il 2030. Tutto questo quanto sarà importante per l’Italia?