Si è svolto a Milano il primo Hydrogen Summit, che ha visto riunirsi istituzioni, aziende ed esperti, allo scopo di condividere strategie per lo sviluppo dell’idrogeno nel Bel Paese e contribuire agli obiettivi di decarbonizzazione di alcuni settori come mobilità, industria e infrastrutture. L’evento è stato anticipato da un’iniziativa particolare, che ha visto illuminare la Piramide Cestia, a Roma, con l’energia prodotta da un generatore a idrogeno.
Il primo Italian Hydrogen Summit
Un summit per descrivere l’enorme potenziale del vettore idrogeno e condividere strategie a livello istituzionale per accrescere il ruolo dell’Italia nel settore. Il primo Italian Hydrogen Summit, evento organizzato da H2IT, Associazione Italiana Idrogeno, si è svolto a Milano e ha riunito istituzioni nazionali ed europee, aziende, esperti, ed operatori del comparto.
Al centro dell’incontro, le prospettive di utilizzo e di crescita dell’idrogeno, che oltre a contare sugli investimenti privati (la parte trainante attualmente), può fare affidamento sui 3,64 miliardi di euro destinati dal PNRR allo sviluppo del settore.
Idrogeno per decarbonizzare?
Il messaggio dominante, prevalso durante l’evento, è che l’idrogeno possa dare un contributo notevole al processo di decarbonizzazione del Paese, intervenendo su mobilità, industria, e non da ultimo, sulle infrastrutture. Per consolidare l’attuale fase di sviluppo dei progetti, occorrerebbe però una visione unica, in modo da permettere alle aziende di operare in un quadro più sicuro, che non metta a rischio gli investimenti fatti e ne abiliti di nuovi.
Investimenti per il futuro
Numerose le aziende e gli enti che hanno animato le tavole rotonde tematiche. Tra queste, Alstom Ferroviaria, Edison Next, ENEA, Eni, FBK, FNM, GSE, Industrie De Nora, Iveco Group, Next Chem, Pietro Fiorentini, Rina, Sapio, Snam, Tenaris, Toyota Italia. I dati comunicati dall’Osservatorio H2IT, alla sua seconda edizione, dimostrano che gli investimenti del settore dell’idrogeno, ad oggi sono soprattutto privati. Il 65% delle aziende ha registrato un aumento negli investimenti sull’idrogeno nel 2022 e la stragrande maggioranza di essi (70%) proviene da risorse interne delle stesse aziende. Le risorse investite danno, in molti casi, vita a innovazioni tecnologiche concrete. È proprio la mancanza di un quadro normativo chiaro (78%) che mette in difficoltà le imprese, tanto che il 55% indica come prioritario la messa a punto di una strategia nazionale (55%).
Le Hydrogen Valleys per la mobilità
Durante il Summit è stata ribadita l’importanza delle Hydrogen Valleys per lo sviluppo di una mobilità a idrogeno (ma è davvero più sostenibile di quella elettrica?). Ammontano a 500 i milioni stanziati per questi progetti attraverso il PNRR che giocano un ruolo chiave nell’avvio di un mercato dell’idrogeno. I progetti vincitori del bando sono in totale 54, con un grande protagonismo del Mezzogiorno, dove è destinato il 50% dei fondi. L’alto numero di proposte progettuali approvate (di cui molte non sono state finanziate per mancanza di fondi) dimostra la capacità della filiera di rispondere alle esigenze nazionali con progetti ad alto contenuto tecnologico e innovativo. Nell’ottica di un ampliamento di questi progetti, è fondamentale il rafforzamento delle competenze degli enti territoriali e la semplificazione dei percorsi autorizzativi. Infine, affinché possa svilupparsi una mobilità idrogeno in tutte le tipologie, trasporto stradale, ferroviari nonché marittimo sarà imprescindibile un piano di sviluppo di una rete di stazioni di rifornimento di idrogeno,) e l’incentivo all’acquisto di mezzi a zero emissioni, come i veicoli a idrogeno.
Il ruolo dell’Italia
Altro tema centrale il ruolo dell’Italia come hub energetico. Le aziende hanno sottolineato l’importanza di pianificare lo sviluppo delle infrastrutture nazionali, di accelerare l’installazione di impianti rinnovabili, di aumentare la capacità manifatturiera degli elettrolizzatori e favorire la produzione di idrogeno a basse emissioni da processi anche diversi dall’elettrolisi. Fondamentale, sotto questo aspetto, il ruolo degli hub logistici e delle reti di trasporto.“L’idrogeno sarà un elemento fondamentale per la transizione ecologica di settori industriali strategici per il nostro Paese e a oggi difficili da decarbonizzare, come quello siderurgico, il comparto della carta, la chimica, la ceramica, il cemento e il vetro – ha commentato Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy. “Il Governo ha messo in campo ingenti risorse a supporto delle imprese per sostenere la creazione di una filiera italiana dell’idrogeno ed è impegnato per creare un quadro normativo e regolatorio di riferimento certo e stabile, in grado di favorire gli investimenti del settore: vogliamo che anche rispetto a questa partita l’Italia possa rivendicare il ruolo che è in grado di interpretare.”