Secondo un nuovo studio del think tank Agora Energiewende, la Germania non sarà in grado di soddisfare tutta la sua domanda di idrogeno tramite gasdotti, e dunque dovrà cercare altre alternative di trasporto.
Lo studio
Secondo il nuovo studio di Agora Energiewende, i gasdotti sono il modo più economico per importare idrogeno green in Germania, con costi stimati inferiori a 1 euro al chilogrammo.
Il problema però è che, per quanto si possano utilizzare, non riusciranno mai a soddisfare il fabbisogno del Paese, come dichiarato dal think tank, e dunque sarà presto necessario trovare altri rimedi che non facciano schizzare troppo i prezzi alle stelle.
Le previsioni
Secondo le previsioni, ci sono tre gasdotti per l’H2 che riforniranno le industrie ad alta intensità energetica, con un primo che arriverà dalla Danimarca.
In seguito, il ministro federale dell’Economia e dell’Energia, Robert Habeck, ha dichiarato che è in programma la fornitura su larga scala di idrogeno dalla Norvegia a partire dal 2030, e anche il progetto H2Med, che collegherà Spagna e Francia, aiuterà sicuramente per le forniture considerando che, l’accordo finale include nell’iniziativa anche la Germania.
Cos’altro emerge dai dati
Dai dati emerge dunque che, se tutti i 45 TWh di carburante pulito importato venissero trasportati tramite gasdotti, si arriverebbe a un ammontare di 1,2 miliardi di euro entro i prossimi 7 anni.
Se invece per il combustibile si utilizzassero altre soluzioni, potremmo anche parlare di cifre molto più alte, da circa 2 a 5 euro per chilogrammo. Di conseguenza, il conto delle importazioni della Germania potrebbe salire tra i 2,5 e i 7 miliardi di euro.
Studio della Commissione europea
Cosa converrebbe dunque fare? La convenienza economica di questo carburante dipende sempre da molti fattori, come ha rivelato anche uno studio della Commissione europea: dalla distanza, dalla quantità, dall’uso finale, dalla presenza o meno di infrastrutture.
Tra le modalità possibili dunque, l’idrogeno compresso e liquefatto, l’utilizzo dell’ammoniaca e la riconversione di metanodotti dovrebbero di certo abbassare i costi.