I produttori europei specializzati in dispositivi a idrogeno hanno esortato l’UE a intervenire per sostenere il settore, in modo da renderlo più competitivo. Solo la Cina ospita il 40% della capacità produttiva mondiale di elettrolizzatori, rispetto al 10% dello scorso anno.
Competere con la leadership cinese
Competere con la leadership cinese, soprattutto in determinati settori quali batterie, stoccaggio e idrogeno, è una sfida piuttosto difficile, ed è per questo che i Paesi UE chiedono maggiore supporto da parte delle istituzioni. A rivelarlo è l’agenzia Reuters, in una lettera nella quale gli stessi Stati membri esortano chi di dovere a intervenire.
La Cina sta infatti sempre più espandendo il proprio mercato, ospitando a oggi il 40% della capacità produttiva mondiale di elettrolizzatori rispetto al 10% dell’anno scorso.
Secondo Rystad Energy, potrà anche raggiungere i 2,5 GW entro la fine di dicembre 2024, ottenendo così l’obiettivo di produzione fissato al 2025, ma con un anno di anticipo.
Rendersi indipendenti da Pechino
Al contempo l’UE sta inasprendo la sua posizione nei confronti della Nazione asiatica, in particolar modo per quel che concerne l’avanzata delle tecnologie verdi. Il tentativo non è solo quello di garantire maggiore competitività per le industrie europee, ma anche rendersi indipendenti da Pechino il più possibile.
Non dimentichiamo infatti la guerra dei dazi tra l’Unione e la Cina, con l’annuncio della Commissione europea che imporrà tali imposte dal 4 luglio, anche se ancora in modo provvisorio. I tributi varranno per le importazioni delle auto elettriche fabbricate nel Paese estero, che subiranno un rincaro medio del 25% passando così dal 10%, fino a un massimo del 48%.
Dopo aver incontrato a maggio il presidente cinese Xi Jingping a Parigi, la presidente dell’Esecutivo Ursula von der Leyen ha avvertito che: «il mondo non può assorbire il surplus di produzione cinese e l’UE non esiterà a proteggere le industrie e i posti di lavoro al suo interno».
Focus idrogeno
Per quanto riguarda il focus idrogeno, a partecipare alla lettera molteplici aziende produttrici, tra le quali Thyssenkrupp Nucera, Siemens Energy e Nel Hydrogen. La richiesta è una nello specifico: maggior impegno da Bruxelles nel garantire che le apparecchiature, prodotte in Europa, rispettino gli obiettivi da qui al 2030.
L’ambizione è infatti arrivare a 10 milioni di tonnellate di carburante verde generato mediante elettrolisi, ma senza che nessuna società Ue si trovi però in una posizione di svantaggio.
Criteri di resilienza
Per una concorrenza più leale, le realtà chiedono infine alla Commissione di introdurre dei criteri di resilienza, in modo da favorire le aziende locali nelle prossime aste del programma di finanziamento.
Non bisogna dimenticare che, a fine aprile di quest’anno, la Banca Europea dell’Idrogeno ha distribuito quasi 720 milioni di euro ai 7 sette vincitori della prima asta europea, incentrata alla produzione di H2 green.
I progetti, che hanno ricevuto sovvenzioni dagli 8 ai 245 milioni, verranno sviluppati in Spagna, Portogallo, Finlandia e Norvegia.