Roma, 21/11/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Idrogeno, il vettore energetico chiave della decarbonizzazione

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Abbondante, facile da trasportare e con un’elevata densità energetica, questo elemento si candida a vettore primario per la decarbonizzazione dell’economia europea. Fondamentale lo sviluppo del segmento “verde”, legato a doppio filo con le rinnovabili, su sui scommette la strategia per l’idrogeno della Commissione europea.

H2, l’elemento che costituisce gran parte della materia visibile nello spazio

Esiste un elemento che da solo costituisce quasi il 90% della massa visibile dell’universo, per la maggior parte nella sua forma gassosa: l’idrogeno, formula chimica H2.

Altra caratteristica, ha un’elevata densità energetica: 1 kg contiene la stessa energia di 2,4 kg di metano o di 2,8 kg di benzina.

Tra le componenti della materia l’idrogeno è il più leggero, ma anche il più abbondante. Facile da trasportare, potrebbe essere distribuito attraverso la già esistente rete del gas metano oppure, ancora meglio, con reti più piccole e di prossimità agli edifici o gli impianti produttivi, ma da realizzare ex novo.

In termini energetici brucia come il gas ed è a tutti gli effetti un ottimo idrocarburo, all’occorrenza anche verde, cioè a zero emissioni inquinanti.

È possibile trovarlo solo legato ad altri elementi, come ad esempio nell’acqua (molecola di idrogeno e ossigeno) o negli idrocarburi (assieme al carbonio).

Tutto sta a decidere in che modo lo si vuole estrarre. Non a caso è definito “vettore”, perché per estrarlo c’è bisogno del contributo di un’altra fonte energetica.

Idrogeno verde, grigio e blu

In caso si utilizzi energia elettrica ottenuta da fonti rinnovabili (eolico e fotovoltaico) si avrà idrogeno verde, altrimenti si impiegano altre tecniche e si colora diversamente: grigio, se ottenuto a partire da combustibili fossili, e blu, in caso sia sempre prodotto a partire dai fossili ma con la possibilità di catturate e stoccare la CO2 emessa durante il processo.

L’idrogeno verde si ottiene tramite elettrolizzatore, separandolo dall’acqua con un processo di elettrolisi alimentato da energia rinnovabile, in un processo davvero a impatto zero, senza emissioni inquinanti e senza consumo di preziose risorse naturali.

Di fatto, oggi, si usa molto idrogeno grigio (rappresenta il 90% di tutto l’idrogeno prodotto al mondo ed è anche il più inquinante rispetto agli altri due), ma in futuro i Governi di gran parte del mondo contano di poter sfruttare a pieno tutte le potenzialità della versione “verde”, che da tutti è ormai considerata la strada maestra per una piena decarbonizzazione delle nostre società.

Oggi circa il 95% dell’idrogeno impiegato sulla Terra, perlopiù per uso industriale, è ottenuto da reforming del metano o da gassificazione del carbone, con processi che generano notevoli quantità di emissioni di anidride carbonica ma che sono anche, attualmente, i più economici a disposizione.

L’utilizzo migliore dell’idrogeno verde è nei settori industriali “hard-to-abate”, cioè quelli per cui l’elettrificazione è tecnicamente difficile e poco competitiva. Ecco tutte le risposte alle tue curiosità su questa fonte energetica.

La strategia europea per l’idrogeno (soprattutto verde)

A livello europeo, attualmente, l’idrogeno vale meno del 2% del mix energetico continentale, ma la strategia per l’idrogeno presentata dalla Commissione europea punta a portarlo al 14% entro il 2050. Diversi i bandi già avviati.

Entro il 2050 gli investimenti cumulativi a favore dell’idrogeno verde e rinnovabile in Europa potrebbero essere quantificabili tra 180 e 470 miliardi di euro, mentre quelli per l’idrogeno di origine fossile a basse emissioni di carbonio potrebbero ammontare a 3-18 miliardi di euro.

L’emergere di una catena del valore dell’idrogeno al servizio di numerosi settori industriali e altri usi finali, unito alla leadership dell’Unione nelle tecnologie rinnovabili, potrebbe dare lavoro (direttamente o indirettamente) a un milione di persone.

Secondo le stime l’idrogeno pulito potrebbe soddisfare il 24 % della domanda di energia mondiale entro il 2050, con un fatturato annuo dell’ordine di 630 miliardi di euro.

Le analisi di mercato hanno evidenziato, infine, un aumento degli investimenti in programma a livello mondiale per gli elettrolizzatori da 3,2 GW a 8,2 GW entro il 2030 (di cui il 57 % in Europa) e le imprese che hanno aderito al Consiglio dell’idrogeno sono passate da 13 nel 2017 alle attuali 81.

Giornalista

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