Roma, 08/09/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Idrogeno vs elettrificazione. L’H2 vince solo in Europa. Lo studio

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Sebbene in Europa ricoprirà un ruolo chiave rispetto a Cina e altri contesti internazionali, l’idrogeno non sarà il motore principale della neutralità climatica. Secondo l’analisi del Fraunhofer Institute, il vettore energetico, che compete con elettrificazione diretta, misure di efficientamento energetico e biomasse, raggiungerà al max l’11% dei consumi energetici finali nel 2050.

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Come varierà la domanda di Idrogeno?

Ad oggi, non si può non considerare l’idrogeno uno dei principali driver della transizione energetica. Questa fonte di energia è presente in quasi tutti gli scenari ipotizzati dalle varie organizzazioni e Istituzioni internazionali impegnate nella lotta al cambiamento climatico. L’ Europa in primis lo ha inserito nella lista delle fonti rinnovabili di energia e l’Italia ne ha decantato i benefici durante l’ultimo G20. L’ambizione di ridurre le emissioni di gas a effetto serra è senza dubbio identificata come un fattore di influenza chiave in questo contesto. Tuttavia, c’è chi sostiene il contrario. Recenti ricerche dimostrano, infatti, che ricorrere al combustibile sarà sempre meno conveniente. Secondo uno studio pubblicato dal Fraunhofer Institute, le proiezioni della domanda di idrogeno variano in modo significativo tra i diversi scenari globali. I dati confermano che la richiesta di idrogeno aumenta in base agli obiettivi di riduzione delle emissioni (in particolare laddove si preveda un taglio dell’80% nel 2050), ma elettricità e misure per l’ efficientamento energetico restano protagoniste assolute del cambiamento.

L’idrogeno non sarà il principale motore della transizione

L ’idrogeno sarà il principale motore della neutralità climatica? Sembra di no. La leva principale della transizione energetica rimane una drastica riduzione del consumo finale di energia mediante misure di efficienza energetica ed elettrificazione diretta. L’analisi del Fraunhofer Institute mostra come l’idrogeno sia considerato necessario per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica, solo in determinati contesti. Quando, ad esempio, le soglie di abbattimento delle emissioni diventano importanti, l’impiego dell’H2, soprattutto nei trasporti, è inevitabile. In base ai dati riportati quindi, sicuramente, in futuro,  idrogeno e prodotti di sintesi derivati ​​diventeranno più importanti, ma non dominanti.

In Europa l’idrogeno ha rilevanza maggiore che nel resto del mondo

Le proiezioni del Fraunhofer Institute mostrano come, a livello globale, l’idrogeno raggiunge in media il 4-11% del consumo energetico finale nel 2050. Lo studio evidenzia, però, anche differenze regionali. D’altro canto, l’idrogeno compete in parte con l’elettrificazione diretta e la biomassa, e la specificità per Paese, oltre che dalle ambizioni nazionali, dipende dalle infrastrutture già esistenti. In Europa ad esempio, la rilevanza dell’idrogeno è maggiore rispetto al consumo energetico in Cina o nel mondo. Nel vecchio continente il vettore energetico svolgerà un ruolo importante nell’industria e nei trasporti (dove si registra la più alta domanda di idrogeno in termini assoluti e relativi), mentre avrà una posizione marginale nel settore edilizio.

Il mercato Cinese dell’Idrogeno

Per quel che concerne il mercato asiatico, dai dati emerge che l’idrogeno rappresenta fino al 4% del consumo finale di energia. In Cina le proiezioni della domanda sono influenzate dalla copertura incoerente e settoriale degli studi, in particolare l’inclusione di raffinerie, la produzione di energia inversa, materie prime industriali e trasporti internazionali. Questo rende difficile confrontare l’assegnazione della domanda all’uso diretto di idrogeno o a prodotti sintetici derivati ​​(ad esempio ammoniaca o metanolo). 

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