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Idrogeno, crescono le ambizioni africane con il Mozambico possibile leader della transizione

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Il Mozambico vuole proporsi come leader nella transizione energetica dell’Africa, ambendo a sfruttare al massimo le risorse energetiche presenti nel territorio. Si punta in particolare su idroelettrico e idrogeno verde. Ma tutto questo che ripercussioni ha per l’Italia?

I piani del Mozambico

I piani del Mozambico per quel che riguarda la transizione sono molto chiari. Al centro della roadmap energetica vi è infatti l’espansione dell’infrastruttura idroelettrica lungo il fiume Zambezi, con l’ambizione di raggiungere inizialmente 9.000 MW di potenza green entro il 2040, per poi arrivare con il tempo a soddisfare obiettivi ancora più importanti.

Il Paese vuole anche diventare pioniere dell’idrogeno verde per l’intero Continente, gettando le basi per una filiera in crescita con un investimento stimato pari a 80 miliardi di dollari, da qui al 2050. Per arrivare a tali risultati però, il governo avrà bisogno di promuovere delle partnership, e in tutto questo che ruolo ha l’Italia?

Le ripercussioni per il Belpaese

Le ripercussioni per il Belpaese riguardo lo sviluppo delle risorse energetiche africane sono davvero significative, considerando che la penisola punta a diventare uno dei principali hub energetici verdi di tutta Europa.

Per soddisfare tale ambizione però, la Nazione non può solo sfruttare le proprie materie prime per promuovere le rinnovabili.  È infatti necessario che diventi anche la porta d’accesso strategica sul Continente africano, ricco di potenziale in termini di energia pulita e biodiversità.

Oltre il Mozambico infatti, che lo scorso 27 novembre ha annunciato investimenti per 73 miliardi di euro, anche la Namibia sta facendo lo stesso, scommettendo in particolare sull’idrogeno green, e siglando una partnership con l’UE.

In Egitto

In Egitto invece, sono stati firmati 7 accordi con altrettanti sviluppatori internazionali e significativi per il settore, dal valore totale di 12 miliardi di dollari per la fase pilota, e con oltre 29 miliardi previsti per il periodo iniziale. L’intenzione però, è quella di mettere a disposizione per la filiera ben 40 miliardi entro i prossimi 10 anni.

Il Paese dunque ha svelato i propri piani per il Canale di Suez, spingendo dunque sulla produzione rinnovabile del carburante, e includendolo nei piani di espansione per quel che riguarda anche il nucleare e le Fer, con una centrale ibrida che dovrebbe essere realizzata a ovest di Assuan.

Previsioni future

Sono dunque positive le previsioni future su quel che concerne la crescita dell’H2 e delle rinnovabili nel territorio africano, con conseguenze positive per tutta l’Unione che, proprio lo stesso giorno del lancio dell’Africa green hydrogen alliance, avvenuto lo scorso anno, ha pubblicato il programma RepowerEu, e non è stata di certo una casualità di tempistiche.

L’annuncio simultaneo delle due iniziative infatti, dimostra quanto per tutto il Blocco Ue, il Continente abbia sempre avuto un ruolo chiave, soprattutto in vista di una maggiore indipendenza energetica.

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