Uno studio italo-svedese su dei nuovi sistemi, a basso costo e impatto ambientale, per assorbire completamente la radiazione solare, ottenendo così delle superfici calde da poter sfruttare per vari scopri, tra i quali la desalinizzazione dell’acqua.
QUI LA RICERCA.
Lo studio
Lo studio ‘Unraveling the optoelectronic properties of CoSbx intrinsic selective solar absorber towards high-temperature surfaces’, si deve al lavoro di un team internazionale, composto da scienziati italiani dell’università Ca’ Foscari di Venezia e del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), e da scienziati svedesi provenienti dalla Luleå tekniska universitet e dalla Linköpings universitet.
La traduzione esatta in italiano sarebbe ‘un nuovo materiale in grado di assorbire la totalità della radiazione solare ed al contempo trattenere il calore accumulato’, con un titolo che sottolinea dunque il reale scopo del progetto: poter usufruire di materiali in grado di assorbire al 100% i raggi del Sole.
Desalinizzare l’acqua a basso consumo energetico
In questo modo, si hanno a disposizione delle superfici ultra-calde in grado di desalinizzare l’acqua a basso consumo energetico, o anche perfette per cucinare il cibo nei momenti di necessità, per esempio in quelle zone isolate e soggette ad alta insolazione.
Un’autrice italiana che ha preso parte alla ricerca, la professoressa Elisa Moretti dell’Università Ca’ Foscari, ha spiegato che la principale novità dello studio consiste nell’aver sperimentato un sistema semplice da utilizzare, a differenza di altri, progettati per lo stesso fine, ma molto più complessi da elaborare. Ma come funziona la desalinizzazione? E che risultati ha ottenuto il team internazionale?
Combattere il riscaldamento globale
Parliamo di un processo energivoro molto importante per combattere il riscaldamento globale, soprattutto in qui Paesi che soffrono più di altri la siccità e i cambiamenti climatici degli ultimi anni.
Proprio per tale ragione, di acqua dolce estratta dal mare, e ottenuta dunque per mezzo della desalinizzazione, ce ne sarà sempre più bisogno, come previsto anche dal Global Water Intelligence di Oxford che crede che, entro il 2025, il valore complessivo di tale mercato arriverà a 12 miliardi di dollari.
Limiti da superare
Per arrivare a tale risultato però, ci sono ancora tanti limiti da superare nel processo, come la cristallizzazione delle particelle di sale che blocca spesso il funzionamento dei dispositivi base.
Portando avanti però studi importanti, come quello promosso dal team internazionale italo-svedese, allora si potrà davvero tentare di contrastare una situazione drammatica, con previsioni che ci dicono che tra due anni, il 50% della popolazione mondiale vivrà in aree sottoposte a stress idrico, e a dichiararlo è stata la stessa OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
La soluzione ideale?
Dissalare l’acqua marina sarà la soluzione ideale alla crisi idrica? Forse sì forse no, ma di certo rappresenta un alleato importante.
E a fare la propria parte, sarà anche il materiale, caratterizzato da un’alta porosità e da particolari proprietà elettroniche, elaborato dal gruppo di scienziati provenienti da Italia e Svezia, in grado di assorbire la totalità della radiazione solare trattenendo il calore. Vedremo tutto questo a dove porterà.