Nei primi 3 mesi 2024 la produzione da fonte idrica è salita da 5 a 9 terawattora, con un impatto notevole sulla generazione di energia elettrica, limitando quella da carbone e gas. L’abbondanza di riserve negli invasi, derivanti principalmente dallo scioglimento delle nevi nell’arco alpino, consente di prospettare un altro trimestre da record.
Un trimestre da record per l’idroelettrico
Il meteo rigido di fine Aprile porta buone notizie sul fronte dell’approvvigionamento di energia. Il calo delle temperature, seguito dalle abbondanti piogge e nevicate sulle vette più alte, ha infatti comportato un’ impennata della produzione di energia idroelettrica, scongiurando una volta per tutte il rischio siccità che tanto si temeva negli anni scorsi. L’abbondanza di riserve negli invasi, derivanti principalmente dallo scioglimento delle nevi nell’arco alpino, consente di prospettare un altro trimestre da record. Nei primi 3 mesi 2024 la produzione da fonte idrica è salita da 5 a 9 terawattora, con un impatto notevole sulla generazione da carbone e gas.
Chi sono i leader dell’idroelettrico in Italia
Volendo stilare una lista delle utility che gestiscono il maggior numero di impianti idroelettrici in Italia, al primo posto dovremmo sicuramente inserire Enel, con circa 500 impianti per 16 gigawatt di capacità installata distribuiti nella penisola. In seconda posizione, con 2 gigawatt di capacità ed impianti in Lombardia, Friuli e Calabria c’è invece A2A. I due colossi energetici sono inseguiti dalla Compagnia Valdostana delle Acque, con circa un gigawatt di capacità e 32 impianti (tra cui 6 dighe) tutti concentrati in Valle d’Aosta.