I pompaggi idroelettrici rappresentano una risorsa strategica per l’Italia, grazie ad una filiera industriale che la vede prima a livello globale. La realizzazione di nuovi impianti sarebbe, infatti, in grado di generare ricadute economiche significative: a fronte di un investimento iniziale di 10,5 mld di Euro, nell’ipotesi di sviluppare metà della nuova capacità utility-scale con pompaggi idroelettrici, si attiverebbero circa 31 mld di Euro nell’economia del Bel Paese.
Il peso dei pompaggi idroelettrici nel processo di decarbonizzazione
31 miliardi in più per l’economia italiana e una risorsa strategica per il sistema elettrico. Il Rapporto “Il ruolo strategico dei pompaggi idroelettrici nella transizione energetica” – realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Edison, ha l’obiettivo di dimostrare la fondamentale importanza dei pompaggi idroelettrici per il raggiungimento dei target di decarbonizzazione fissati dalle policy europee, mettendo in luce priorità e ambiti di intervento necessari a sostenerne gli investimenti.
La decarbonizzazione, in Italia, passa per una forte crescita delle fonti non programmabili, come solare ed eolico. Si prevede infatti che dal 2019 al 2030 le FER non programmabili aumentino significativamente nel nostro Paese (+85 GW a fronte di +1 GW FER programmabili). Coerentemente con lo sviluppo delle FER, da qui al 2030 è prevista la progressiva dismissione di capacità di generazione termoelettrica, riducendo ulteriormente l’apporto di risorse programmabili. In particolare, l’Italia ha previsto un completo phase-out dalla generazione da carbone entro il 2025 (sono circa i 6 GW al 2023).
Una risorsa strategica: i pompaggi idroelettrici
Il prevedibile incremento delle fonti di energia rinnovabili non programmabili e la progressiva neutralità carbonica che ne deriverà, sono fenomeni che letti congiuntamente, accrescono l’importanza dei sistemi di accumulo. All’interno di questi ultimi, i pompaggi idroelettrici rappresentano una risorsa strategica. La capacità di gestire una risorsa scarsa come l’acqua, la bassa dipendenza da materie prime critiche e la presenza di una filiera industriale che vede l’Italia tra le prime a livello mondiale, li rendono infatti di assoluto rilievo per il Sistema Paese.
Ricadute economiche significative dei pompaggi idroelettrici
La realizzazione di nuovi impianti di pompaggio è, pertanto, una leva fondamentale per facilitare la penetrazione delle fonti di energia rinnovabile intermittenti, ma soprattutto genera ricadute economiche significative: nell’ipotesi di sviluppare metà della nuova capacità utility-scale con pompaggi idroelettrici (pari a +4,5 GW di potenza installata), l’investimento iniziale necessario per la realizzazione di nuovi impianti risulta pari a 10,5 mld di Euro, in grado di attivare circa 31 mld di Euro nella filiera economica dell’impiantistica e dei cantieri per questo tipo di infrastrutture, con un effetto moltiplicatore pari 2,96.
Tuttavia, questa tecnologia risente ancora di un’elevata incertezza sui ricavi attesi derivanti dalla realizzazione e gestione di nuovi impianti, in primis a causa della diminuzione del differenziale di prezzo tra ore di picco e fuori picco, che non consente di coprire i costi variabili.
Due possibili alternative per la regolazione di nuovi pompaggi idroelettrici in Italia
Per aprire un confronto costruttivo su questo aspetto, The European House – Ambrosetti ha quindi realizzato una valutazione di impatto di due possibili alternative per la regolazione di nuovi pompaggi idroelettrici in Italia: il modello “in parte a mercato” e il modello “Declinazione DCO 393 ARERA”, sviluppato sulla base delle previsioni del Decreto Legislativo dell’8 novembre 2021. In particolare, emerge come il modello “in parte a mercato” garantisca una gestione più efficiente dell’impianto e allo stesso tempo impatti in misura minore sul consumatore finale. Ipotizzando, infatti, 30 anni di esercizio, il modello “in parte a mercato” comporta un esborso di 19,2 miliardi di Euro, rispetto ai 22,8 miliardi di Euro previsti nel modello “Declinazione DCO 393 ARERA”. Il risparmio economico per i consumatori è pari a 3,6 miliardi di Euro.