Il Ministro Gilberto Pichetto Fratin “interrogato” in Senato sulla crisi dell’idroelettrico ha parlato del finanziamento di 21 progetti, per una spesa complessiva di 480 milioni di euro, nella maggior parte dei casi ricadenti nelle sezioni Acquedotti e Invasi del Piano nazionale settore idrico.
Una situazione tutt’altro che “ordinaria”
La siccità sta mettendo in ginocchio il settore dell’idroelettrico, uno dei comparti “rinnovabili” maggiori in Italia, almeno fino a qualche anno fa. Ma in uno scenario apparentemente drammatico, che non può che peggiorare con l’avvicinarsi della stagione calda, come intendersi muoversi il governo? Finora la situazione è stata definita “ordinaria”, “non emergenziale”, eppure il problema pone ogni anno dei quesiti non più rinviabili. Quesiti a cui
il Ministro dell’ Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha cercato di rispondere in occasione del question time svoltosi giovedi 23 Febbraio in Senato.
Strumenti per fornire un quadro conoscitivo delle risorse idriche
Il Titolare dell’Ambiente si è espresso sulla questione parlando della necessità di avviare un progetto del bilancio idrologico nazionale e di un progetto di censimento delle derivazioni, al fine di disporre di valutazioni coerenti tra distretti idrografici e del monitoraggio dei quantitativi di acqua effettivamente derivati. Dopo decenni senza una programmazione strutturale, denunciata già dal ministro delle Protezione Civile e politiche del Mare Nello Musumeci, l’Italia, forse, avrà uno strumento in grado di fornire un quadro esaustivo della disponibilità delle risorse idriche sul territorio.
“La situazione di crisi idrica verificatasi lo scorso anno, che ha visto coinvolte prevalentemente le Regioni del Centro Nord, pone con urgenza l’attuazione di investimenti necessari ad affrontare gli effetti del cambiamento climatico” ha chiarito il Ministro all’Assemblea.
Osservatori permanenti sugli utilizzi idrici
In materia di acque, le azioni da implementare dovranno focalizzarsi sulla tutela quantitativa e sull’utilizzo razionale della risorsa idrica. Anche a questo scopo, a detta del Ministro, è previsto un rafforzamento della capacità decisionale nell’ambito del governo della risorsa idrica, in relazione agli osservatori permanenti sugli utilizzi idrici.
Investimenti dal PNRR
Gli investimenti per la realizzazione di un sistema avanzato di monitoraggio e previsione e quelli relativi al piano invasi, per fortuna, rientrano già nelle misure del PNRR, anche se delle risorse a disposizione (4 miliardi) siano stati impegnati finora solo 300 milioni. Lo scopo è attuare misure preventive di manutenzione programmata del territorio e di ammodernamento delle infrastrutture.
“Il fine è incrementare la sicurezza dell’approvvigionamento idrico di importanti aree urbane e la resilienza delle reti” ha precisato Fratin.
“Ad esempio, all’interno del distretto del fiume Po, quello maggiormente colpito in questa annualità dai fenomeni di scarsità idrica, sono stati individuati numerosi interventi a supporto della mitigazione del fenomeno della siccità e per fronteggiare le crisi idriche. L’ interrogante, ha citato anche il lago di Garda, che è una delle più grandi riserve di acqua dolce d’Europa. Nel complesso, sono stati finanziati 21 progetti, per una somma di 480 milioni di euro, nella maggior parte dei casi ricadenti nelle sezioni Acquedotti e Invasi del Piano nazionale settore idrico” ha spiegato.
Tavolo di lavoro a Palazzo Chigi
Infine il titolare dell’Ambiente ha evidenziato l’istituzione di un tavolo di lavoro governativo in relazione alle crisi idriche, al quale parteciperà lui stesso la prossima settimana insieme al vice ministro delegato Vannia Gava, per un confronto sulla tematica con il Ministro dei trasporti e delle infrastrutture, il Ministro dell’agricoltura e il sottosegretario Morelli.