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Idroelettrico, Africa: la guerra ferma il progetto Ruzizi III. Sospeso il finanziamento della BEI

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Ancora una volta, un conflitto cambia le prospettive. Questa circostanza però non riguarda la guerra in Ucraina, bensì la crisi nella Repubblica Democratica del Congo (RDC). L’escalation di violenza tra i ribelli M23, sostenuti dal Ruanda, e il governo congolese ha costretto la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) a sospendere il finanziamento della centrale idroelettrica Ruzizi III, un’iniziativa da 760 milioni di dollari destinata a fornire energia rinnovabile a circa 30 milioni di persone in Africa Centrale.

Stop al finanziamento del progetto idroelettrico da 760 milioni

Ancora una volta la guerra spezza lo sviluppo di progetti strategici. Non si tratta però della guerra in Ucraina, ma di un conflitto fantasma, che non fa notizia, ossia quello della Repubblica Democratica del Congo. L’escalation di violenza registrata da gennaio ad oggi nel Paese africano ha, infatti, messo un freno a quella che doveva essere la prima partnership pubblico-privata per la produzione di energia rinnovabile da risorse condivise in Africa.

A dare l’annuncio è la Banca Europea per gli Investimenti (BEI), principale ente investitore, che, a causa dei combattimenti tra i ribelli M23 sostenuti dal Ruanda, e il governo congolese, ha deciso di sospendere il finanziamento della centrale idroelettrica Ruzizi III, un progetto da 760 milioni di dollari in Africa Centrale.

Il progetto Ruzizi III frenato dal conflitto

Il fiume Ruzizi, scorrendo dal Lago Kivu al Lago Tanganica, segna parte del confine tra Ruanda, Burundi e la RDC.

Il progetto idroelettrico Ruzizi III, che avrebbe dovuto sfruttre il bacino con una capacità rinnovabile prevista di 206 megawatt, era in fase di valutazione prima della chiusura finanziaria, attesa per la fine dell’anno. Tuttavia, l’offensiva dei ribelli M23 sostenuti dal Ruanda ha complicato la situazione, compromettendo la sicurezza del sito.

Con l’M23 che avanza nel Sud Kivu, il sito del progetto Ruzizi III si trova in una zona di conflitto, ha dichiarato un portavoce della BEI. Adottiamo un approccio di ‘attesa e valutazione’ su come procedere con il progetto. Inoltre, ci stiamo coordinando strettamente con i nostri co-finanziatori.

In fase di pianificazione da oltre un decennio, il progetto, una volta completato, fornirebbe elettricità a circa 30 milioni di persone.Tra gli investitori figurano la banca di sviluppo statale tedesca KfW, l’Agenzia Francese per lo Sviluppo (AFD), la Banca Africana di Sviluppo e la Banca Mondiale. Partner del settore privato, è invece TotalEnergies, attraverso la sua unità SN Power.

Secondo le stime ufficiali, con l’entrata in funzione prevista entro il 2030, Ruzizi III potrebbe raddoppiare la capacità di generazione elettrica del Burundi e aumentare di un terzo quella del Ruanda.

I prossimi step

La Banca Mondiale ha ribadito il suo impegno con i tre Paesi coinvolti e con l’ente regionale Energie des Grands Lacs per accelerare la chiusura finanziaria. Tuttavia, la Germania ha annunciato la sospensione di nuovi impegni con il Ruanda, mentre l’AFD ha dichiarato che la tempistica dipenderà dall’evoluzione della crisi.

Nonostante il potenziale impatto positivo del progetto Ruzizi III sulla sicurezza energetica regionale, il conflitto rischia di comprometterne definitivamente la realizzazione, lasciando milioni di persone senza l’accesso a un’energia stabile e sostenibile.

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