Il 20 giugno sarà presentato il rapporto ‘Water intelligence’ a Roma, presso la sede di Confagricoltura al Palazzo Della Valle. Saranno presenti diverse figure rappresentantive, come Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura, Anna Finocchiaro, presidente Italiadecide, e Marco Lombardi, Amministratore Delegato Proger.
Due le tavole rotonde
Alla presentazione del rapporto ‘Water intelligence’ del 20 giugno a Roma, saranno due le tavole rotonde grazie alle quali sarà possibile dialogare e confrontarsi.
La prima, sarà dedicata all’evoluzione tecnologica e sostenibile delle acque, con la partecipazione di importanti ospiti come Mario Nobile, direttore generale dell’Agenzia per l’Italia digitale, Donato Rotundo, direttore delle Politiche dello sviluppo sostenibile e dell’innovazione di Confagricoltura e Tania Tellini, direttrice Utilitalia.
La seconda invece focalizzerà l’attenzione sul tema delle politiche di adattamento per la sicurezza idrica e idrogeologica, con la presenza di Fabrizio Curcio, capo della Protezione civile, e Maria Siclari, direttrice generale di ISPRA.
Effetti del cambiamento climatico
Le conclusioni invece spetteranno a Chicco Testa, presidente di Assoambiente, che metterà insieme tutto ciò che è emerso dall’incontro per capire nello specifico come difendersi dagli effetti del cambiamento climatico. Parliamo di nubifragi, disastri inaspettati e una siccità che spaventa e peggiora di anno in anno.
Di fronte anche agli ultimi dati ISPRA aggiornati al 2023, la preoccupazione è tanta, con una disponibilità idrica che si è fermata a 112,4 miliardi di metri cubi, e dunque a -18% rispetto alla media fino a qui considerata dal 1951.
Responsabile di tale situazione però, non sono soltanto la scarsità di piogge e le elevate temperature, ma anche l’aumento dell’evapotraspirazione, ovvero la combinazione tra traspirazione della vegetazione ed evaporazione.
Cosa serve?
In un contesto del genere, cosa serve? Di certo appare evidente la necessità di molteplici azioni d’intervento, agendo su più aspetti e tentando, per esempio, di rinaturalizzare i fiumi e la rete idrica superficiale.
In Italia per esempio gli acquedotti, con il 60% in funzione da più di 30 anni, perdono già oltre il 40% di ciò che trasportano, a causa degli scarsi investimenti nel servizio.
Sfruttare a proprio vantaggio le più rivoluzionarie tecnologie
Non bisogna permettere che questo accada, e il rapporto Water intelligence accenderà un faro anche su come sfruttare a proprio vantaggio le più rivoluzionarie tecnologie per migliorare la situazione.
Quello di giovedì sarà tra l’altro il primo report nazionale a cura dell’Osservatorio PROGER, dedicato al tema dell’innovazione nella gestione dell’acqua. Si parlerà infatti anche di intelligenza artificiale e del capitale da mettere a disposizione.
A che punto si trova il settore idrico
A che punto si trova il settore idrico oggi? Negli ultimi 20 anni, lo Stato ha investito qui tra l’1 e il 2% della spesa pubblica totale, e l’allarme viene proprio lanciato dalla società italiana PROGER.
Si tratta dunque di una percentuale troppo bassa confermata anche nel PNRR, con investimenti pari a 4,3 miliardi di euro sul totale di 238 miliardi.
Ciò accade nonostante il sistema infrastrutturale italiano sia uno dei più esigenti e dunque più fragili presenti al momento, considerato non resiliente ai cambiamenti climatici e con limitata capacità di accumulo. Arriveranno dunque nuove azioni da programmare per trasformare l’economia delle acque in un settore nuovamente promettente?