Secondo alcuni esperti, miliardi di pannelli dovranno presto essere smaltiti e sostituiti considerando l’esponenziale crescita globale della loro produzione e la loro durata media di 25-30 anni. Non ci sono però ad oggi efficienti catene di riciclaggio. Come ovviare al problema?
L’avvertimento degli esperti
Alcuni esperti come Ute Collier, vicedirettore dell’IRENA, avvertono che produrre sempre più pannelli solari porterà sicuramente a una drastica riduzione delle emissioni ma, allo stesso tempo, senza capire come smaltirne i materiali, potrebbe anche causare innumerevoli disagi a livello ambientale.
Per tale ragione, bisognerebbe subito attivare delle catene di riciclaggio, almeno entro il 2050, tenendo in considerazione l’attuale trend di crescita del settore che potrebbe presto portare a una quantità gigantesca di impianti da rottamare.
Per Collier, se entro il 2030 si pensa di avere 4 milioni di tonnellate di rifiuti, che potrebbero ancora essere gestibili, al 2050 potremmo ritrovarci con più di 200 milioni di tonnellate in tutto il mondo.
In Francia la prima fabbrica al mondo dedicata al riciclaggio completo dei pannelli solari
Un passo importante potrà essere compiuto entro la fine di questo mese dalla Francia, quando verrà aperta la prima fabbrica al mondo dedicata al riciclaggio completo dei pannelli solari, con ROSI, azienda specializzata in questo settore e che possiede l’impianto situato nella città alpina di Grenoble, che spera di essere in grado di estrarre e riutilizzare il 99% dei componenti.
La nuova struttura francese potrebbe in grado di recuperare quasi tutti i materiali preziosi contenuti nei pannelli, come l’argento e il rame, che sono in genere tra i più difficili da ottenere ma che possono essere poi riutilizzati per produrre nuovi sistemi solari ancora più potenti.
Parigi potrebbe fare la differenza
La fabbrica di Parigi potrebbe dunque fare la differenza, essendo il Paese già leader in Europa per quanto riguarda il trattamento dei rifiuti fotovoltaici, come spiegato da Nicolas Defrenne dell’eco-organizzazione Soren, che collabora con ROSI e altre aziende per lo smantellamento dei pannelli solari in tutta la Nazione.
Defrenne ha riconosciuto che il riciclo intensivo è ancora agli inizi, ma il suo obiettivo è far in modo che la Francia, su questo ambito, rappresenti una figura chiave e un esempio da seguire non solo per l’Ue ma per tutto il mondo.
Il suo team spera che, in futuro, quasi tre quarti dei materiali necessari per la produzione di nuovi impianti, compreso l’argento, possano essere recuperati da unità dismesse e riciclate, per contribuire ad accelerare anche la produzione di energia rinnovabile.
Anche il Regno Unito fa la sua parte
Nel frattempo, anche il Regno Unito fa la sua parte, con degli scienziati britannici che hanno trovato un modo per estrarre l’argento dalle unità fotovoltaiche utilizzando una forma di soluzione salina.
Si tratta di una tecnologia costosa, e sulla quale bisogna ancora lavorare tanto, ma c’è già il potenziale per poter fare molto di più.