Tra Toscana ed alto Lazio l’Italia può vantare una preziosa riserva di litio geotermico, una miniera d’oro sotterranea per i tempi odierni. La corsa all’accaparramento dei permessi di ricerca è già iniziata,(l’interesse è per i pozzi geotermici scavati tra gli anni 70 e gli anni 90 dall’Eni e dall’Enel), ma il calcolo costi benefici non è ancora concluso e le norme sull’estrazione mineraria risalgono al secolo scorso.
Una miniera di litio sotterranea
L’Italia centrale potrebbe giocarsi la carta del litio. Un’alta concentrazione di litio geotermico è infatti presente tra Lazio e Toscana, ma finora non ha mai avuto la risonanza meritata. Si tratta di una vera e propria miniera sotterranea che si estende dalla Toscana, all’altezza del monte Amiata, fino ai Campi Flegrei, oggi preziosa più che mai per il settore energetico dei sistemi di accumulo.
L’oro bianco dell’Italia
Nel corso dell’ultimo anno, il costo del litio, detto appunto oro bianco in quanto metallo utilizzato per batterie di veicoli elettrici e sistemi di accumulo di impianti rinnovabili, è passato da 14mila a 80mila euro a tonnellata. Dai dati ufficiali forniti dall’Unione Europea si prevede che la produzione di batterie che alimentano i nostri veicoli elettrici farà aumentare la domanda di litio di circa 17 volte entro il 2050. È innegabile, dunque, che l’Italia abbia davanti a sé una grande opportunità. Disciolto nell’acqua a migliaia di metri in profondità (2000-4000 metri) in zone di origine vulcanica, il litio presente nel nostro Paese non si estrae dalle rocce, bensì in modo molto più pulito: tramite i pozzi geotermici.
Pozzi geotermici di litio
L’estrazione dai pozzi geotermici consiste nel perforare il terreno e intercettare l’acqua bollente. Già negli anni 70, colossi come Enel ed Eni avevano manifestato interesse per le importanti riserve energetiche “nascoste” sottoterra, perforando il terreno allo scopo di realizzare dei pozzi esplorativi nelle zone dell’alto Lazio. Si ritenne, tuttavia, che quell’attività non fosse conveniente ai fini della produzione di elettricità (le batterie non ricoprivano ancora un ruolo centrale) e i pozzi vennero chiusi. Solo nel luglio del 2022 Enel ha firmato un accordo con Vulcan Energy, l’azienda mineraria australiana che ha brevettato un metodo proprio per l’estrazione del litio geotermico.
Nuovi permessi di ricerca
Per quanto il contenuto del sottosuolo italiano adesso faccia molta gola, e la corsa all’accaparramento dei permessi di ricerca sia già iniziata, ci sono evidenti fattori ostativi che rallentano il processo di sviluppo in tale direzione. Tra questi il ritardo normativo sull’estrazione mineraria, tuttora risalente alla prima guerra mondiale, nonché il rapporto costi-benefici dell’estrazione del litio.