Nella transizione energetica del ‘Sistema Paese’ Italia il geotermico ha assunto una dimensione di grande rilievo, da sfruttare, viste le molte opportunità che sono connesse in questo settore.
Prospettive del futuro energetico
Tra i settori più nevralgici della transizione energetica, in Italia, certamente il geotermico può avere un ruolo massimamente centrale, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione. Un valore, ma anche un vettore di nuove abitudini e opportunità. Tanto per i consumatori (e in relazione ai modelli di di utilizzo della fonte), quanto per le aziende e gli investitori.
Lo sfruttamento del calore terrestre ha poi trovato il pieno supporto dell’Unione Europea, che l’ha qualificata come fonte rinnovabile locale e sostenibile. Sul totale dell’elettricità da fonti rinnovabili in Italia – al 2023 – il 5,6% derivava dal geotermico (dati IEA). Nel ‘Sistema Paese’ italiano il ruolo di principale protagonista l’ha rivestito la Toscana, con una delle più alte capacità in Europa.
Con riferimento all’intero Paese, tre anni fa la capacità installata per la produzione di energia elettrica geotermica era all’incirca di 1.000 megawatt (MW). Al giorno d’oggi, le centrali geotermiche coprono il 2-3% della domanda elettrica totale italiana. Tuttavia, non mancano le prospettive di crescita e sviluppo. In particolare, nel settore del riscaldamento.
Confronti e spunti di dibattito
Di questo si è parlato e dibattuto nel corso dell’Italian Geothermal Forum, evento annuale realizzato grazie alle principali associazioni Italiane del settore. Nel dettaglio, l’Unione Geotermica Italiana (UGI), l’Associazione Italiana Riscaldamento Urbano (AIRU), il Consiglio Nazionale Geologi. E ancora, la Rete Geotermica e l’Associazione Nazionale Impianti Geotermia Heat Pump (ANIGHP) – sezione di ANIPA.
Secondo le stime di base, si potrebbe cominciare con il valorizzare anche ‘solo’ il 2% del potenziale presente in tutto il territorio italiano, nei primi 5 chilometri (km) di profondità. Ebbene, in quel caso la geotermia potrebbe contribuire al 10% della produzione elettrica prevista al 2050.
In quest’ottica, gli interventi, sia operativi che normativi, possono essere su più livelli e coinvolgere più attori. Sia economici, che istituzionali.
Verso una nuova direzione
Tra le varie relazioni, c’è stata quella di Philippe Dumas, Segretario Generale di EGEC Geothermal che ha parlato delle “sfide per la crescita della geotermia in Europa”. Da qui le necessità di Dumas, per un settore geotermico più forte e competitivo, che attragga i capitali privati (con le dovute garanzie) e che sia meno soggetto alla burocrazia. Il tutto, sulla base di piani chiari a livello europeo e nazionale.
Luca Xodo, massimo vertice di ETIP ha invece sottolineato: “Noi riteniamo che in Europa ci sia il potenziale per raggiungere ottimi obiettivi. Al 2040, prevediamo che l’utilizzo del calore da geotermia debba raggiungere oltre il 30% del calore consumato in Europa in ambito di edifici. Al contempo, ci sarebbe più del 5% per l’industriale”.
Presente anche l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile (ENEA), con Nicolandrea Calabrese. Il Responsabile Laboratorio efficienza energetica Edifici e Sviluppo Urbano del Dipartimento Unità per l’Efficienza Energetica le direttrici plurali dell’ENEA si è soffermato sui consumi.
In Italia, la relazione tra il geotermico e la transizione, in un’ottica sistemica, significa ridisegnare la gestione delle stesse abitazioni. Calabrese ha infatti spiegato: “La geotermia abbinata a pompe di calore è quella che sicuramente può traguardare gli obiettivi di efficienza energetica per le unità abitative italiane. Dunque, la geotermia è sicuramente una delle tecnologie sulle quali punteremo nei prossimi anni”.
Il commento del Ministro Gilberto Pichetto Fratin
Sul valore del geotermico, il Ministro Gilberto Pichetto Fratin – che ha aperto i lavori del Forum – ha fornito le sue valutazioni, offrendo un commento generale.
Così: “In questo anno ci siamo in due occasioni confrontati sulla geotermia, sia per le concessioni che per gli sviluppi futuri. Al centro, poi, le riflessioni sulla Toscana. Questa Regione ha rappresentato un modello di investimenti pluriennale, per sé e per tutto il territorio. Sullo sviluppo futuro, sarà nevralgico l’apporto delle nuove tecnologie esplorative che vanno fino a 4, 5 km di profondità e non consumano acqua”.
In secondo luogo, il Ministro si è soffermato sulle implicazioni tra la geotermia e i minerali critici. Spiegando: “Tale fonte che prima era di calore sta diventando un giacimento di terre rare. In Italia la disponibilità di questi depositi non è grande. Tuttavia, con la ricerca possiamo fare delle mappature e usare al meglio le nostre risorse, magari arrivando ad estrazioni di litio”.
E in conclusione: “Stiamo lavorando per un emendamento per contrastare la saturazione virtuale delle reti elettriche e sarà presentato prossimamente al DL Bollette”.