I ricercatori dalla University of Barcelona scoprono un uso altamente efficiente delle ceneri vulcaniche nel campo dello stoccaggio energetico. Che risultati si potrebbero ottenere con il minerale naturale?
Esplorare il potenziale della cenere vulcanica
Un gruppo di scienziati della University of Barcelona ha deciso di esplorare il potenziale della cenere vulcanica come mezzo per accumulare un grande quantitativo di energia. In questo modo, l’idea è quella di sostituire i sali fusi adoperati per lo stoccaggio superando determinati limiti non ancora affrontati. Di quali parliamo?
In genere, per l’accumulo termico vengono utilizzate delle miscele di sali fusi da integrare poi agli impianti a energia solare a concentrazione (CSP), allo scopo di generare elettricità avvalendosi dei classici cicli termodinamici di trasformazione.
Si tratta dunque di sistemi per immagazzinare energia che lavorano al di sopra dei 150 °C, e utili soprattutto per molti processi industriali e per alimentare reazioni chimiche.
Siti a energia solare a concentrazione (CSP)
La miscela più sfruttata poi è senza dubbio il cosiddetto ‘sale solare’, costituito per il 60% da nitrato di sodio e per il 40% da nitrato di potassio. Ma quando parliamo di siti a energia solare a concentrazione (CSP) a cosa ci riferiamo?
A differenza degli impianti che convertono direttamente la luce in elettricità, questi stabilimenti funzionano diversamene. Utilizzano un campo di specchi per concentrare i raggi del Sole su un singolo punto, generando moltissimo calore.
I limiti dei sali fusi
Bisogna considerare però quelli che sono i limiti dei sali fusi. Questi possono infatti trattenere e rilasciare calore quando necessario, garantendo un funzionamento continuo anche nelle giornate meno soleggiate. Tuttavia, comportano degli svantaggi dati dalla loro elevata corrosività che può danneggiare i serbatoi di accumulo.
Il materiale naturale scoperto invece dal team spagnolo ha dimostrato già di poter andare oltre tali difficoltà, per garantire uno stoccaggio privo di rischi.
L’esperimento
Ma come è avvenuto nello specifico l’esperimento condotto dai ricercatori? E possono davvero le ceneri vulcaniche essere la soluzione alla corrosione? Gli esperti hanno mischiato sia queste che i sali fusi per ottenere alla fine i risultati sperati.
Nello specifico, hanno convertito la cenere in pellet per poi sottoporla a oltre un migliaio di cicli di riscaldamento e raffreddamento. Da qui si è arrivati a comprendere come, tale risorsa naturale, abbia un’eccellente conducibilità e capacità termica, anche dopo numerosi processi.
Con questa scoperta, che evoluzione potrebbe esserci nel campo dell’accumulo energetico? Secondo i ricercatori, anche altri materiali poco costosi potrebbero essere utilizzati con i sali, come mattoni, sabbia o calcestruzzo.
I vulcani
I vulcani comunque sono una fonte energetica importante della quale non si può fare a meno se si vuole sfruttare al massimo un settore così importante come quello geotermico.
Arriva infatti dalla Spagna un’altra rivoluzionaria scoperta da un gruppo di ricerca dell’Università UPNA, che ha ideato una tecnologia in grado di generare (per la prima volta al mondo) corrente elettrica continua anche in luoghi remoti e inaccessibili come l’Antartide.
Il merito di tutto questo va a dei moduli termoelettrici ad effetto Seebeck in grado di trasferire l’energia geotermica senza disperdere il calore. Queste innovazioni riusciranno ad aprire le porte a progressi senza precedenti nel monitoraggio tempestivo di alcune aree vulcaniche finora inaccessibili?