Una fonte energetica pulita e rinnovabile, perché disponibile in determinate condizioni geologiche con una certa continuità, che trova numerosi impieghi, soprattutto per generare energia elettrica e calore, ma anche per climatizzare ambienti e alimentare sistemi di acquicoltura e serricoltura.
L’energia “pulita” dalla Terra
All’interno del nostro pianeta c’è una grande quantità di energia. Arriva fin sotto i nostri piedi e per la prima volta al mondo, il 4 luglio del 1904, un italiano, Piero Ginori Conti, è riuscito a sfruttarla per generare energia elettrica.
Lo storico esperimento avvenne a Lardello, in provincia di Pisa, e poi venne perfezionato, fino a farne un pilot globale della geotermia. È stato solo negli anni Ottanta del secolo scorso che tale fonte energetica, lì dove le condizioni geologiche lo hanno permesso, ha trovato diffusione e impiego in gran parte del mondo.
Gli impianti che consentono la trasformazione del calore terrestre in energia elettrica sono le centrali geotermiche che funzionano tramite dei pozzi profondissimi in cui intrappolare il vapore naturale, che arrivano anche a 3.000 metri di profondità.
Tali vapori sono inviati ad altissime pressioni direttamente alla turbina dedicata, che trasforma l’energia cinetica del vapore in movimento meccanico e, tramite un alternatore, inizia a generare energia elettrica da distribuire attraverso la rete.
Fonte rinnovabile
Secondo i dati del report IRENA 2019, il geotermico contribuisce alla capacità globale delle rinnovabili con 13 GW di energia verde. Ma gli scenari per la fine del decennio sono molto più ottimisti, perché la quota di geotermico nel mix energetico mondiale potrebbe crescere ad un tasso medio annuo del 13%, circa 3-4 GW in più ogni 12 mesi. Entro il 2030 attesa una capacità installata pari a 330 TWh, secondo l’Agenzia internazionale per l’energia (Iea).
Il mercato mondiale dell’energia geotermica vale oggi circa 5 miliardi di dollari, ma secondo stime ReportLinker, entro il 2027 potrebbe raggiungere i 7,5 miliardi di dollari di valore a livello globale.
Una fonte energetica come detto pulita e considerata rinnovabile, perché come spiegato da Enel Green Power, dopo esser stato utilizzato per attivare la turbina, il vapore viene incanalato verso un condensatore (o scambiatore di calore), il quale ne abbassa la temperatura e lo trasforma in acqua.
A questo punto, ci son due possibilità:
- l’acqua fredda o viene utilizzata nel condensatore, dove contribuisce ad abbassare la temperatura del vapore;
- oppure viene reiniettata nel sottosuolo, dove si trasformerà di nuovo in vapore e darà nuova vita ad un altro ciclo di produzione per creare nuova energia verde.
Tipologie di centrali e impieghi della geotermia
Esistono tre tipologie di centrali geotermiche:
- a vapore secco, la più antica tecnologia geotermica che estrae il vapore dalle fratture presenti nel terreno e lo usa direttamente per azionare una turbina;
- flash, trasforma l’acqua bollente profonda e ad alta pressione, in acqua più fredda e a bassa pressione;
- binarie, l’acqua bollente viene fatta scorrere accanto a un secondo fluido che ha un punto di ebollizione molto al di sotto rispetto a quello dell’acqua; tutto ciò fa sì che quest’ultimo fluido si trasformi in vapore, il quale poi aziona una turbina.
Oltre alla generazione di energia elettrica, a seconda della temperatura del fluido geotermico, sono possibili svariati impieghi della geotermia, tra cui:
- riscaldamento e raffrescamento degli ambienti, climatizzazione;
- a livello di infrastrutture, alimenta sistemi per sciogliere il ghiaccio delle strade e delle piste negli aeroporti;
- acquicoltura (max 38°C);
- serricoltura (38-80°C);
- teleriscaldamento (80-100°C).