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Perché l’Africa resta un mercato al centro del fossile: traiettorie multinazionali

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L’Africa resta uno scenario nevralgico nelle rotte degli approvvigionamenti, sul mercato del fossile, dati gli interessi delle multinazionali e gli accordi che continuano a succedersi. Pur al cospetto dei cambiamenti geoeconomici in atto, dunque, il petrolio e soprattutto il gas hanno mantenuto una piena centralità.

Oltre la transizione ‘verde’

Sul mercato del fossile (gas naturale e petrolio), l’Africa ha mantenuto una piena centralità nelle rotte commerciali, al cospetto di una realtà molto articolata e a fronte delle nuove fonti ‘verdi’. Si è evidenziata, in particolare, la tendenza delle multinazionali ad investire, forti delle loro capacità di portare valuta estera (Dollari) nelle casse di molti governi locali.

In quest’ottica, le nuove scoperte e le esplorazioni hanno dato ancora vigore ad un settore in piena espansione. Nonostante le complessità e le criticità della materia, a fornire i margini di crescita e sviluppo si sono imposte due particolari variabili.

In primo luogo, soprattutto da parte occidentale, quella la necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento. In secondo luogo, l’utilizzo del gas come carburante di transizione, fattore che ha sostenuto la sua domanda globale.

Novità in BP

Proprio sul gas, a inizio anno la britannica BP ha dato il via ad una nuova importante fase produttiva. Ha infatti cominciato a far affluire il gas dai pozzi del progetto offshore di gas naturale liquefatto (GNL) GTA Phase1. E da questo, fino alla sua nave galleggiante di stoccaggio e scarico (FPSO) per la fase successiva di messa in servizio.

Al di là del singolo progetto in sé – al largo della Mauritania e del Senegal – sono le sue caratteristiche che hanno rimarcato la centralità del Continente africano nel settore. Si tratta infatti di uno dei quadranti offshore più profondi dell’Africa, con risorse fino a 2.850 metri.

Una volta completata la messa in funzione, si prevede che la fase 1 di GTA produrrà circa 2,3 mln di tonnellate di GNL all’anno.  Nel 2021, entrambi i Governi ospitanti avevano rimarcato la sua portata, dichiarandolo “progetto di importanza strategica nazionale”.

L’annuncio dell’avvio delle operazioni ha rimarcato un altro capitolo nella geopolitica dell’energia della Mauritania e del Senegal. Dunque, PIù in generale, dell’Africa Occidentale. Secondo la stessa BP, infatti, la piena implementazione di questo sistema, potrebbe rendere i due Paesi in questione “un importante polo di produzione di GNL”. Questo, anche in prospettiva regionale.

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