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Nuove licenze estrattive in Algeria. L’Eni pronta a fare la sua offerta

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L’Algeria sarebbe prossima ad annunciare la concessione di nuove licenze, su gas e petrolio, all’interno di un grande piani di investimenti che verà coinvolte importanti multinazionali del settore, tra le quali l’Eni.

Il valore delle esportazioni

In Algeria, l’Agenzia nazionale per la valorizzazione degli idrocarburi (ALNAFT) sarebbe prossima a concedere nuove licenze estrattive, per gas e petrolio e l’Eni dovrebbe presentare un’offerta. Lo ha riportato la Reuters. La stessa ha poi spiegato che altre grandi multinazionali del settore starebbero elaborando le loro valutazioni.

In particolare, oltre all’azienda italiana, ci sarebbero la statunitense Chevron, la cinese Sinopec e la ExxonMobil. Quest’ultima, per altro, all’inizio del 2024 ha concluso un accordo con il Governo di Algeri per le esplorazioni di due bacini di gas naturale, quelli di Ahnet e di Gourara, nel sud del Paese. Con l’ExxonMobil collaborerà la compagnia statale Sonatrach.

L’apertura dell’economia algerina – imperniata sugli idrocarburi – necessiterà di più investimenti esteri e di maggiori esportazioni. Da qui, l’accrescimento delle produzioni. Le misure contribuiranno all’aumento delle riserve in valuta straniera.

Il ruolo dell’Algeria

Del resto, con la seconda fase del conflitto russo-ucraino, dal 2022 lo Stato nordafricano (membro dell’OPEC) è divenuto un interlocutore privilegiato dell’Occidente. A svettare, l’Unione Europea. Tant’è che oggi, la maggior parte dell’export di gas algerino è destinata all’Europa. Il tutto, senza che abbia mai sostanzialmente rimodulato i propri legami militari.

L’Eni, nei lustri, si è ritagliata un ruolo di primo piano. Secondo le stime più recenti, i volumi hanno raggiunto i 23 mln di barili (bbl) annuali tra petrolio e condensati, 3,4 mld di metri cubi (m³) nelle produzioni di gas. Contestualmente, gli investimenti sono andati sullo sviluppo delle rinnovabili, la produzione di idrogeno e i progetti di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica.

In attesa che le concessioni vengano formalizzate, l’Algeria sta dunque rinforzando la propria posizione. Anche a livello interno, dove i proventi degli idrocarburi restano un pilastro della struttura statale, l’impiego di queste risorse sostiene i servizi essenziali, garanti della stabilità del patto sociale.

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