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In aumento la domanda di gas dell’India: +60% entro il 2030. Il rapporto IEA

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Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), la domanda di gas naturale dell’India dovrebbe crescere del 60%, entro il 2030. Pilastro di questo fattore, sui mercati, l’approdo di un’imminente ondata di forniture globali di gas naturale liquefatto (GNL). In linea con gli sviluppi macroeconomici dell’Asia, è arrivata la conferma di come gli attori si muoveranno sullo scacchiere economico-internazionale nei prossimi anni.

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Il valore del gas per l’India

In India, entro il 2030, la domanda di gas naturale dovrebbe crescere del 60% sostenuta, come ha spiegato l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), dal gas naturale liquefatto (GNL). Nella sua analisi in materia, l’IEA ha sottolineato come questo fattore comporterà un cambiamento significativo, strutturalmente, nel panorama energetico del Paese.

Conseguentemente, la domanda indiana raggiungerebbe quella di alcuni dei maggiori consumatori mondiali. Il tutto, confermando le ambizioni del continente di riferimento. In effetti l’Asia, intesa come sistema economico ed energetico regionale complesso, è ormai un volano sulle rotte e per la domanda globale del gas. Tanto di quello naturale che soprattutto di quello naturale liquefatto (GNL).

La multinazionale Shell, ha costruito alcune proiezioni, date le quali – entro il 2040 – ci sarà per l’appunto una crescita esponenziale nella domanda di GNL. Dalle previsioni della società britannica, l’aumento sarà intorno al 50% e proprio per la maggiore richiesta asiatica. Si consideri, poi, che di questa fonte fossile, i principali esportatori al Mondo sono gli USA, principale attore negli ‘acquisti’ asiatici.

Il ruolo delle infrastrutture

Negli ultimi anni, il ‘Sistema Paese’ indiano ha fortemente investito nelle infrastrutture, a sostegno della domanda e del mercato interno. Dal 2019, è infatti quasi quadruplicato il numero di stazioni di rifornimento di gas naturale compresso (CNG). Sono raddoppiate le connessioni residenziali e nel contempo la rete di gasdotti di trasmissione si è estesa del 40%.

Per l’IEA – sempre entro il 2030 – il numero di stazioni di rifornimento di gas naturale compresso e di connessioni residenziali dovrebbe raddoppiare ulteriormente. La rete di trasporto del gas si espanderà di un ulteriore 50%.

Il modello energetico di Nuova Delhi si svilupperà attraverso un mix pluriforme. Alle fonti fossili (e con il loro supporto) si affiancheranno il nucleare e gli ingenti investimenti nelle rinnovabili. In quest’ultimo comparto, dovrebbero trovare impiego almeno 35 mld di dollari entro il 2028, attraverso una sinergia tra la cornice operativa dello Stato e i capitali privati.

I settori più direttamente coinvolti

In secondo luogo, l’IEA si è soffermata sui settori produttivi che sono alla base del sistema. L’industria pesante e il settore manifatturiero dovrebbero aggiungere circa 15 mld di metri cubi (m³) alla domanda, nel medesimo periodo.

Per altro, l’utilizzo del gas nella raffinazione del petrolio dovrebbe aumentare di oltre 4 mld di metri cubi grazie all’allacciamento di un maggior numero di raffinerie alla rete. La produzione interna di gas dell’India, che nel 2023 soddisfaceva il 50% della domanda, dovrebbe crescere gradualmente.

Questo, fino a raggiungere poco meno di 38 mld di metri cubi nel 2030. Una tendenza, che la porterebbe a superare circa dell’8% i livelli del 2023. Nella misura in cui effettivamente il piano fosse effettivamente implementato, le importazioni di GNL dell’India dovrebbero più che raddoppiare.

Si raggiungerebbero circa 65 mld di metri cubi all’anno entro il 2030, così da legittimare la crescente domanda. La quale, potrebbe raggiungere circa 120 mld di metri cubi entro il 2030, paragonabile all’attuale consumo di gas del Sud America.

Necessità future

In prospettiva, il rapporto ha sottolineato la necessità di una ulteriore pianificazione dell’approvvigionamento di GNL e delle infrastrutture di importazione. Il valore del supporto centralizzato servirà anche per guidare la transizione (non solo energetica), verso la firma dei nuovi contratti.

In effetti, con la scadenza dei contratti esistenti, l’India si troverà ad affrontare un crescente divario tra l’offerta contrattuale e la domanda prevista dopo il 2028.

Il potenziale aumento dell’esposizione alla volatilità del mercato spot, sarà dunque l’ennesima sfida per il Governo indiano, con risvolti sui consumatori. Questo, “a meno che non vengano garantiti nuovi contratti a lungo termine nei prossimi anni“.

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