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GNL, la svolta colombiana

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La Colombia, sotto la guida del Presidente Gustavo Petro, si sta affermando come un caso emblematico nella transizione energetica globale, offrendo interessanti spunti di riflessione. Vietare l’autorizzazione di nuovi contratti di trivellazione per l’estrazione del gas, è infatti una scelta coraggiosa, che segna un cambio di rotta per il settimo produttore di gas naturale dell’America latina e che affronta in modo alternativo l’esigenza di bilanciare gli obiettivi climatici con la sicurezza energetica. 

La Colombia a guida la transizione energetica

Su gas e transizione energetica la Colombia sta dando una lezione al mondo (o almeno ci prova). Il Presidente Gustavo Petro, professore specializzato in cambiamenti climatici e salute pubblica presso l’Università Javeriana di Bogotá, ha infatti vietato l’autorizzazione di nuovi contratti di trivellazione per l’estrazione del gas. Una decisione importante, che segna senza dubbio un  cambio di rotta significativo per un Paese fino ad oggi classificatosi come il settimo produttore di gas naturale dell’America latina

Importazioni più dannose per il clima?

Intanto è caos lungo la costa caraibica, nei pressi di Cartagena. Sebbene i funzionari di Stato smentiscano, navi cisterna di imponenti dimensioni attraccano costantemente per scaricare carichi di gas liquefatto, a riprova del fatto che le riserve della Nazione sono quasi esaurite. Il Governo minimizza sulle quantità di combustibile che continuano ad arrivare, ma c’è chi lo accusa di aver innescato un processo ancora più dannoso per il clima, rispetto all’estrazione del gas in loco.

Importare combustibile, ossia liquefarlo e trasportarlo da un Paese all’altro, richiede effettivamente grandi quantità di energia, generando non poche emissioni, uno scenario che sembra contraddire i buoni propositi del Governo. I critici sostengono che l’insistenza di Gustavo Petro nel voler eliminare gradualmente la produzione locale di combustibili fossili, anche a costo di dipendere dalle importazioni, stia minando i suoi stessi obiettivi ambientali, che lo hanno reso celebre nella lotta globale contro il cambiamento climatico.

Il contesto

La Colombia, grazie ai giacimenti abbondanti nella Llanos Basin, nelle pianure nord-orientali del Paese, e nella Guajira Basin lungo la costa settentrionale, ha storicamente prodotto abbastanza gas per soddisfare il proprio fabbisogno. Circa il 70% delle famiglie utilizza il gas per cucinare, e lo stesso combustibile fornisce circa il 20% dell’elettricità del Paese.

É chiaro che il Paese dispone di soluzioni a breve termine per garantire carburante a sufficienza a case e imprese, tuttavia, nel lungo periodo, per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili l’entourage attuale punta sullo sviluppo di energia solare ed eolica (come dimostra anche l’ambizioso piano di transizione da 40 miliardi di dollari presentato dalla Colombia a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite). Entro il 2026, il governo mira a integrare 6 GW di energia rinnovabile nella rete nazionale, un pilastro fondamentale della sua strategia per affrontare le sfide ambientali. 

Un grande parco solare

Rientra dunque nella strategia di Governo anche il nuovo parco solare La Unión, inaugurato a Dicembre nel dipartimento di Cordoba. Si tratta di un progetto da 200 milioni di dollari destinato a fornire energia pulita a oltre 130.000 famiglie.

Il parco, con una capacità fino a 144 MW e realizzato dalla società Zelestra, è oggi il più grande progetto di energia solare nel dipartimento di Cordoba e uno dei più significativi della Colombia. Si estende su 230 ettari e si prevede che impedirà l’emissione di 168.000 tonnellate di CO₂ all’anno, equivalenti alla piantagione di 16.8 milioni di alberi.

Con questo progetto realizziamo la visione del presidente Petro di trasformare le relazioni sociali attraverso l’energia rinnovabile. Non si tratta solo di generazione su larga scala, ma di garantire che l’energia rinnovabile soddisfi i bisogni delle comunità in tutto il paese“, ha affermato Omar Andrés Camacho, ministro delle Miniere e dell’Energia.

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