A fine giugno di quest’anno l’Ue aveva imposto nuove sanzioni nei confronti della Russia che andavano sempre a colpire il settore energetico, ma abbiamo ugualmente importato combustibili fossili per 1,8 miliardi di euro. SI ripropone con forza le ‘navi ombra’ che trasportano gas naturale liquefatto.
La fame di combustibili fossili dell’Ue e le sanzioni contro Mosca
Durante l’estate 2024 l’Unione europea (Ue) ha importato combustibili fossili dalla Russia per 1,8 miliardi di euro, posizionandosi al quarto posto tra i grandi clienti di Mosca, dopo Cina (6,2 miliardi di euro), India (2,6 miliardi di euro) e Turchia (2,6 miliardi di euro).
L’Ue, però, risulterebbe il principale importatore di gas naturale liquefatto e via pipeline dalla Russia, assicurandosi il 50% dell’export russo.
A fine giugno di quest’anno l’Ue aveva imposto nuove sanzioni nei confronti della Russia che andavano sempre a colpire il settore energetico, ma anche finanza e commercio, spiegando che in questo modo sarebbe stato molto più difficile eluderle.
Tra queste ricordiamo il divieto di servizi di ricarica (reloading) di gas naturale liquefatto (LNG) russo nel territorio dell’UE finalizzati a operazioni di trasbordo verso paesi terzi; il divieto di nuovi investimenti per il completamento di progetti LNG attualmente in corso; il divieto dell’uso del “sistema di trasmissione dei messaggi finanziari” (SPFS); il divieto di accesso ai porti e un divieto sulla prestazione di servizi alle navi che contribuiscono alla guerra della Russia.
Secondo i dati diffusi dal Center for Research on Energy and Clear Air (Crea), però, le cose sono andate diversamente da quanto affermato dalle istituzioni europee attraverso gli organi di stampa e, oltre i dati relativi all’import di gas naturale e liquefatto dalla Russia per il mese di luglio, ad agosto, nei giorni dal 19 al 25, l’Ue ha importato combustibili fossili per 510 milioni di euro, mentre nei giorni dal 26 al 31 agosto ancora per 400 milioni di euro.
I dati ufficiali della Commissione europea
La quota di gas russo nelle importazioni dell’Ue è scesa dal 45% nel 2021 al 18% a giugno 2024, mentre sono aumentate le importazioni da altri Paesi, come Norvegia e Stati Uniti.
Secondo l’Adnkronos, è quanto riferisce il rapporto sull’Unione energetica presentato stamani dalla commissaria uscente Kadri Simson.
L’Ue ha ridotto la domanda di gas tra agosto 2022 e maggio 2024 di 138 miliardi di metri cubi, raggiungendo l’obiettivo di stoccaggio invernale del gas del 90% il 19 agosto 2024, prima della scadenza del primo novembre.
Come la Russia elude le sanzioni occidentali
Nelle ultime settimane sono emerse numerose segnalazioni riguardanti il boom di navi “ombra” per il gas naturale liquefatto (LNG). Riprendendo le tattiche precedentemente utilizzate per le esportazioni di petrolio, società “sconosciute” stanno acquistando e registrando vecchie navi in paesi non allineati alle sanzioni occidentali (o solo formalmente allineati).
Dati recenti suggeriscono un aumento significativo delle navi LNG nuovamente registrate negli Emirati Arabi Uniti (EAU) e in India.
Potrebbero esistere fino a 50 di queste navi (si può fare il confronto con le 64 navi che hanno spedito GNL russo a livello globale nel 2024), di cui nove attualmente identificate dal Cresa come navi “ombra”.
All’inizio di agosto, le immagini satellitari hanno catturato quella che è probabilmente la prima petroliera “ombra”, la “Pioneer”, con carico di gas fornito dal progetto Arctic LNG-2 (sanzionato dall’Occidente). Questa è stata presto seguita dalla “Asya Energy”.
Ulteriori dati a disposizione del centro di ricerca indicano che la nave “Everest Energy” si sta dirigendo a nord verso l’Artico.
La Russia nel 2023 è stato il secondo Paese al mondo per export di combustibili fossili per 138,1 miliardi di metri cubi, seconda solo agli Stati Uniti (203,5).