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Gas, Giappone: linearità negli aumenti di forniture emergenziali

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Il Giappone starebbe studiando l’aumento delle forniture di gas naturale liquefatto (GNL) qualificate come riserve emergenziali, portandole fino ad 1 mln di tonnellate in più all’anno.

La ridefinizione delle quote

Il Governo del Giappone starebbe valutando l’aumento delle forniture di gas naturale liquefatto (GNL) da stoccare per le emergenze. Dagli attuali tre carichi annuali, fino a dodici. Lo ha scritto la Reuters, che ha riportato le ‘nuove’ linee guida e i dettami del Ministero dell’Economia, Commercio e Industria (METI).

In sostanza, si tratterebbe di portare gli acquisti specifici di GNL – effettuati su base annuale – da 0,21 mln di tonnellate a 0,84 mln. Del resto, il Paese del ‘Sol Levante’ – inserito nelle prospettive del quadrante geo-economico asiatico – è divenuto il secondo compratore globale di GNL, dopo la Cina.

L’obiettivo, in questo termini, sarà quello di disporre della massima flessibilità possibile, soprattutto nelle situazioni più critiche. Per altro, la ridefinizione degli stoccaggi è avvenuta nel momento in cui la domanda interna aggregata di gas è andata in leggera flessione. Tuttavia, si è scelto di slegare i consumi momentanei dalle possibili e future proiezioni sistemiche.

Il ruolo della JERA

In quest’ottica, le più recenti fasi di implementazione della politica energetica nipponica hanno avuto nella JERA (principale azienda elettrica giapponese) un vettore nevralgico.

Sin dallo scorso Dicembre, in effetti, la JERA ha acquistato un carico di GNL per ciascuno dei mesi invernali, per un totale di tre all’anno. Le scorte sono poi entrate nel [c.d.] “Buffer strategico di GNL” , lanciato dal METI. Uno strumento volto a proteggere un livello minimo di forniture, secondo un sistema di designazioni e compensazioni economiche del Ministero, verso le perdite degli operatori privati.

La prima designazione, nel Novembre 2023, era andata proprio alla JERA, che continuerà ad immagazzinare 70.000 tonnellate per ogni mensilità, da Dicembre a Febbraio. Da parte loro, le aziende elettriche hanno chiesto di rinforzare ancora le quote per poter intervenire con i rifornimenti in tempi più rapidi. I presupposti, soprattutto logistici, rimangono comunque complessi.

Un sistema complesso

Conseguentemente, quest’operazione si è proiettata come una sfida notevole, non essendo per l’appunto solo una questione ‘quantitativa’. Il Giappone, infatti, non dispone di depositi sotterranei di gas.

Tuttavia, ha costruito una capacità di stoccaggio di gas naturale liquefatto pari all’incirca a 12 mld di metri cubi (m³), l’equivalente ad un mese di consumi. In totale, secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, il Paese asiatico disporrebbe di più di trenta terminali di ricezione per il GNL. A fronte delle richieste dei vari settori produttivi, per incrementare l’immagazzinamento, lo stesso METI ha formulato una proposta.

Nello specifico, un sostegno finanziario alle aziende per la messa in sicurezza dei serbatoi di stoccaggio in patria e all’estero. Un accordo si troverà, dato che per Tokyo il gas continuerà ad essere nevralgico, sia per le produzioni nazionali che come fonte energetica della transizione.

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