L’Italia si prepara a divenire hub energetico del Mediterraneo, ma non riduce la dipendenza dai combustibili fossili. Con il progetto Congo Lng, per l’esportazione di gas naturale liquefatto, il colosso degli idrocarburi Eni, rafforza l’asse energetico Italia-Africa, diversificando gli approvvigionamenti del Bel Paese in linea con i propositi del Piano Mattei. E la decarbonizzazione?
L’asse energetico Africa-Italia
La possibilità di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, in Italia, si fa sempre più lontana. A un anno di distanza dagli accordi economico-commerciali con il Congo (cosiddetti accordi di Brazzaville), e a qualche mese dall’annunciazione del Piano Mattei della Meloni, il patto per l’energia tra Continente nero e lo Stivale si rafforza. L’Eni, nel Paese africano da oltre 50 anni, ha, infatti, dato il via al progetto che consentirà di diversificare ulteriormente gli approvvigionamenti energetici italiani (senza allontanarsi però dal core business dei combustibili fossili), guadagnando maggiore autonomia nel settore del gas naturale liquefatto.
Il progetto Congo Lng
Congo Lng è il primo progetto di liquefazione di gas naturale del Paese africano. Il Piano prevede una capacità complessiva di produzione di gas naturale liquefatto (Gnl) di 3 milioni di tonnellate all’anno (circa 4,5 miliardi di metri cubi/anno), che a detta della Oil Company, dovrebbe valorizzare le ingenti risorse a gas di Marine XII, soddisfare le esigenze del paese per la produzione di energia elettrica e al contempo alimentare l’export di Gnl, approvvigionando di nuovi volumi di gas i mercati internazionali.
“L’Europa come principale punto di approdo” viene specificato nel comunicato diffuso a margine dell’incontro inaugurale dell’iniziativa, tra il presidente della Repubblica del Congo, Denis Sassou Nguesso e l’Amministratore Delegato di Eni, Claudio Descalzi.
Due impianti galleggianti di liquefazione
L’accordo, che dovrebbe rafforzare l’asse energetico Italia-Africa, prevede l’installazione di due impianti galleggianti di liquefazione del gas naturale (Flng) sui giacimenti di Nenè e Litchendjili, già in produzione, e sulle scoperte non ancora sviluppate. Il primo impianto, attualmente in corso di riconversione e con una capacità di 0,6 milioni di tonnellate per anno, avvierà la produzione nel corso del 2023. Il secondo, con una capacità di 2,4 milioni di tonnellate per anno, è in costruzione e sarà avviato nel 2025.
Filosofia zero-flaring
Il progetto seguirà i dettami della filosofia zero-flaring, cioè la progressiva eliminazione delle combustioni, già applicata in Africa dal colosso energetico degli idrocarburi. Eni, la cui presenza è consolidata in 14 Paesi del continente, ha ribadito la volontà di replicare il modello e azzerare i volumi di gas connessi all’estrazione, ma sarà sufficiente a minimizzare l’impatto ambientale?