Roma, 04/10/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

L’Emilia Romagna “si candida” alla guida della transizione energetica italiana

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L’Assemblea annuale di Confindustria Romagna, oltre ad affrontare il dramma dell’alluvione di due settimane fa, che ha riportato la Romagna sott’acqua dopo 16 mesi, ha messo al centro l’energia e le filiere strategiche per il settore. Nucleare di quarta generazione, fotovoltaico, riduzione delle emissioni di CO2 ed energie rinnovabili, rete di imprese sostenibili, utilizzo di energia auto prodotta e trasporto pubblico elettrico, i temi affrontati.

L’assemblea annuale

È stata l’energia, in un’ottica di sistema e di visione ad ampio raggio, il tema centrale dell’assemblea annuale di Confindustria Romagna. Si è trattato di un’occasione di confronto, analisi, progettualità e condivisione di strategie per un futuro sostenibile, dove la Romagna si candida ad essere guida per la transizione energetica.

Le potenzialità “energetiche” dell’Emilia Romagna

Il territorio emiliano si distingue, infatti, come una delle aree più avanzate in Italia ed in Europa. In particolare, la Regione si è dimostrato un ottimo banco di prova per i progetti di potenziamento e valorizzazione degli impianti di gas naturale, la chimica da fonti rinnovabili, la generazione di energia elettrica ad alto rendimento, lo sviluppo di soluzioni innovative come la produzione di elettricità da moto ondoso, i parchi eolici off-shore a Ravenna e a Rimini, o ancora, i progetti di cattura e stoccaggio della CO2. Si aggiungono le recenti decisioni sul rigassificatore di Ravenna e le nuove possibili prospettive sull’estrazione del combustibile fossile. Senza dimenticare l’energia nucleare, i cui scenari sono oggi profondamente diversi rispetto al passato.

Rispettare gli obiettivi di neutralità climatica implica una forte riduzione nell’utilizzo di fonti fossili per la produzione di energia elettrica. Per questo motivo è estremamente importante ipotizzare un mix energetico scevro da considerazioni preconcette verso una particolare tecnologia, mantenendo una spinta molto forte all’impiego crescente delle energie rinnovabili e, al contempo, ottimizzando i consumi energetici attraverso processi di efficientamento che riducano sprechi e dispersioni”, ha sottolineato Alessandro Dodaro, direttore del dipartimento Nucleare dell’ENEA, presente all’Assemblea.

L’indagine sul tema della sostenibilità

In occasione dell’Assemblea è stata presentata anche l’indagine sul tema sostenibilità realizzata a metà settembre dal Centro Studi di Confindustria Romagna, da cui emerge un sistema produttivo fortemente impegnato nella transizione ecologica. Le imprese romagnole sono già, e vogliono sempre più, essere protagoniste del cambiamento in atto. Al tempo stesso, è necessario migliorare i risultati raggiunti con politiche mirate, che facilitino la transizione ecologica delle imprese, soprattutto quelle di dimensione piccole e medie.

Creare filiere strategiche per l’energia

Fra le parole chiave dello studio condotto da Confindustria, nucleare di quarta generazione, fotovoltaico, riduzione delle emissioni di CO2 ed energie rinnovabili, rete di imprese sostenibili, utilizzo di energia auto prodotta e trasporto pubblico elettrico. In particolare, gli aspetti da tenere maggiormente in considerazione nella pianificazione delle strategie energetiche risultano essere la formazione di figure professionali dedicate (energy manager) e la creazione di filiere strategiche in grado di intercettare la domanda di nuove tecnologie green.

Andando nel dettaglio, emerge che negli ultimi tre anni l’82% delle aziende presenti sul territorio ha migliorato la sostenibilità della propria attività rinnovando edifici, infrastrutture o macchinari. Il 63% ha già introdotto processi specifici di riduzione e recupero degli scarti di lavorazione. Il 94% predilige, quando è possibile, fornitori locali. L’81% già in fase di progettazione di un prodotto considera la sostenibilità un valore aggiunto. Per il 65% delle aziende andrebbero riformati strutturalmente gli incentivi. Il 59% chiede che venga realizzata una politica industriale a lungo termine.

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