Non è semplice riciclare le turbine eoliche, ma tutto sta nei materiali che vengono adoperati per realizzarle. Dal progetto dei ricercatori dell’Università della California di Davis all’innovazione introdotta da Vestas, ecco le soluzioni.
L’innovazione introdotta dai ricercatori dell’Università di Davis
Alcuni ricercatori dell’Università di Davis, in California, hanno progettato le prime pale eoliche compostabili, utilizzando vari componenti tra bambù intrecciato, micelio (l’apparato vegetativo dei funghi) e biomassa di rifiuti agricoli, al posto della fibra di vetro e del legno di balsa, un tipo di albero che si trova soprattutto nell’America centro-meridionale.
Questo nuovo composto sarà testato per sostituire le pale di una turbina commerciale da 1 kW, per provare la resistenza del nuovo sistema e scoprire se potrebbe già essere pronto per la commercializzazione.
Ma sul riciclaggio dei materiali che costituiscono le turbine eoliche, gli studiosi californiani non sono stati gli unici a lavorarci su, considerando che si tratta di un tema molto delicato e difficile da trattare.
Di solito infatti questi prodotti sono costituiti, oltre che da fibre di vetro o di carbonio, anche da resine di poliestere, e quindi da compositi molto difficili da separare e quasi impossibili da rendere biodegradabili.
La tecnologia di Vestas
Vestas è un produttore danese conosciuto in tutto il mondo per essere uno dei più importanti esperti del settore. L’azienda ha trovato un modo originale per riciclare le pale delle turbine eoliche, comprese quelle che si trovano già nelle discariche.
La vera innovazione del processo consiste nella sua suddivisione in due fasi ben precise: i compositi termoindurenti vengono prima smontati in fibra e resina epossidica, e poi, attraverso una determinata procedura di riciclaggio, la resina viene ulteriormente scomposta in altri materiali vergini.
In questo modo si possono ottenere delle turbine che saranno al 100% riciclabili, assicurando una sostenibilità totale.