L’Asociación Empresarial Eólica (AEE), ha rimarcato come la Spagna debba aumentare i progetti in materia di eolico, se vuole raddoppiare la propria capacità, fino a 62 Gigawatt (GW), entro il 2030.
Necessario un aumento dei volumi produttivi
L’Asociación Empresarial Eólica (AEE), gruppo d’interesse nel settore dell’eolico, ha rivolto alla Spagna un monito. Secondo quanto riportato dalla Reuters, Rocio Sicre – massimo vertice del gruppo – ha sottolineato come serva accelerare l’avvio di nuovi progetti eolici. Altrimenti, ha sentenziato, sarà impossibile rispettare gli obiettivi che il Governo di Madrid ha deliberato.
Nello specifico, entro la fine del decennio, si dovranno raggiungere i 62 Gigawatt (GW) di capacità eolica installata. Il doppio di quelli attuali, pari all’incirca a 31 GW. L’AEE ha tuttavia posto l’accento sull’attuale sistema burocratico-amministrativo, considerato estremamente farraginoso. È perciò arrivata a chiedere che si provveda ad una semplificazione dei processi di autorizzazione.
In secondo luogo, ha ribadito la necessità di sostenere le catene di approvvigionamento europee e di promuovere l’elettrificazione. Questo, dopo che sia nel 2022, sia nel 2023, in Spagna, si è registrata una decrescita nella domanda di elettrcità, come evidenziato dalla stessa compagnia nazionale Red Eléctrica.
Sfide importanti nel futuro prossimo
Al 2023, comunque, tra le fonti generatrici di energia elettrica in Spagna, l’eolico costituiva il 22,5% (dati IEA). Nell’Unione Europea ha addirittura superato il gas, divenendo la seconda fonta comunitaria produttrice di elettricità. Questi dati, dal punto di vista sistemico, hanno continuato a crescere. In linea con tale tendenza, sono arrivati i record del mese di Settembre 2024.
Ciononostante, nei margini di miglioramento spagnoli, la forza del vento resta fondamentale verso la decarbonizzazione. Ci sarebbe però una seconda questione da affrontare, insieme al tema delle autorizzazioni. Effettivamente, lo sfruttamento dell’energia del vento – che si tratti di onshore o offshore – presuppone un’azione diretta e ‘invasiva’ a livello ambientale.
Non soltanto in termini ‘scenografici’, quanto soprattutto della difficile relazione tra gli impianti e gli ecosistemi circostanti. E la Spagna, al capitolo ‘proteste contro i parchi eolici‘ non ha certo rappresentato una eccezione. Si pensi soltanto alle opposizioni in Galizia.
È evidente, dunque, che la maggiore elettrificazione e il cambio di postura geo-economica, per il Paese iberico, passino anche dalla ricerca continua del compromesso con le comunità locali. Senza tenere conto delle specifiche esigenze, gli obiettivi della transizione rischierebbero di essere molto più complessi e meno sostenibili.