Vard, controllata norvegese del Gruppo Fincantieri, firma un contratto per la progettazione e la costruzione di una Service Operation Vessel (SOV) ibrida, ovvero una nave di servizio per l’eolico offshore. La consegna è prevista per il secondo trimestre del 2026.
Eolico offshore
Fincantieri, azienda pubblica italiana operante nel settore della cantieristica navale, ha annunciato che Vard è stata selezionata per la progettazione e la costruzione di un mezzo ibrido, a seguito di una gara d’appalto in competizione con altri fornitori. La consegna dell’imbarcazione è prevista per il secondo trimestre del 2026, ma quali sono le caratteristiche?
Dotata di un’eccellente capacità di mantenimento della posizione, parliamo di navi di servizio che assicurano il corretto funzionamento in mare delle turbine eoliche, garantendo sicurezza e un viaggio confortevole all’intero equipaggio.
Il contratto di lunga durata con Siemens Gamesa
L’ordine per Vard arriva da Taiwan, a richiesta di un importante operatore specializzato nel settore chiamato Cyan Renewables, che richiede dei sistemi di propulsione al 100% affidabili.
Il tutto rientra in un contratto di lunga durata stabilito con Siemens Gamesa, parte di numerosi progetti offshore come il nuovo impianto che nascerà presto in Virginia, e conosciuto come Coastal Virginia Offshore Wind (CVOW).
L’intenzione in questo caso è dar vita a un sito da 2,6 GW, nato dall’accordo tra il gigante tedesco e l’altra importante realtà del settore EEW Group. Continuando a concentrare l’attenzione su Fincantieri però, non si può negare che nel campo dell’eolico sono stati già compiuti passi avanti notevoli.
Il potenziale di generazione eolica nel Belpaese
L’azienda pubblica italiana vanta infatti diversi impianti situati in mare aperto e una forte expertise a livello mondiale, nonostante gli obiettivi green da raggiungere al 2030 siano ancora lontani per l’Italia: installare 9-10 GW all’anno di energia green ottenuta dalla forza del vento.
È in generale il potenziale di generazione del Belpaese che è sicuramente molto elevato, data la profondità dei fondali e le grandi opportunità offerte soprattutto per la realizzazione di piattaforme galleggianti. Nonostante ciò però, la Nazione è ancora indietro su quelle che sono le ambizioni fissate.
Transizione energetica? Fincantieri ci crede
Ma su questo fronte, Fincantieri continua a lavorare moltissimo, conquistando piccoli traguardi poco per volta anche grazie alla controllata norvegese Vard, rappresentando per la penisola l’unico player industriale, conosciuto anche a livello mondiale, in grado di costruire strutture del genere nei volumi e con le cadenze richieste.
Alla transizione energetica dell’Italia Fincantieri ci crede più che mai, e spera di creare con gli sviluppi futuri nuovi posti di lavoro soprattutto a Sud, considerando che un impianto di produzione può impiegare dalle 200 alle 700 persone, e che da qui ai prossimi anni ne serviranno sempre di più, soprattutto se si vuole rafforzare il ruolo della Nazione come hub energetico del Mediterraneo.