L’ eolico offshore deve essere considerata una grande opportunità per il Paese, ma a causa della sua presenza “ingombrante” si rendono necessari un’opera di sensibilizzazione delle comunità sul territorio e un quadro normativo chiaro. Sono alcune delle riflessioni emerse dal primo summit dal titolo “Le politiche di sviluppo dell’eolico offshore: ambiente, industria, infrastrutture e ricerca”, organizzato da ANEV, l’Associazione Nazionale Energia del Vento, svoltosi 19 e 20 Dicembre a Roma.
Grande opportunità per i territori
La transizione energetica passa attraverso la sfida paesaggistica? Secondo Gabriella Rago, Referente della Commissione Tecnica PNRR-PNIEC Gruppo Istruttore Fondo Complementare e Rinnovabili del Mase, intervenuta al Summit ANEV sull’eolico offshore, quella offerta dall’eolico offshore è una grande opportunità per i territori, ma è allo stesso tempo una presenza ingombrante, da metabolizzare. Così come avvenuto in passato, con la formazione dei cosiddetti “comitati del no” per la realizzazione di diverse opere a livello europeo (tra cui la Torre Eiffel, oggi simbolo di Parigi), anche oggi i nuovi impianti energetici si scontrano con una modifica della percezione comune. Per questo motivo, per affrontare le sfide imposte dalla transizione energetica è necessaria innanzitutto un’opera di sensibilizzazione rivolta sia alla popolazione che agli stessi tecnici. Iniziative come il turismo alternativo, ad esempio, potrebbero avere azione propulsiva per incrementare lo sviluppo di questo tipo di innovazione.
L’esempio del Porto di Cagliari
Un esempio emblematico riferito dalla Commissaria, a supporto della tesi secondo cui oggi lavorare in sinergia e favorire il dialogo tra le Istituzioni sia fondamentale, è quello del porto di Cagliari. Si tratta di un’infrastruttura strategica per il Paese, grande quasi più della metà del centro storico della città sarda, un progetto importante che, però, prima di arrivare a conclusione ha visto ben tre pareri negativi del MIC (Ministero della cultura). La criticità emersa riguardava la visuale “invasa” dal progetto. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (MASE) lo ha, quindi, rielaborato istituendo un tavolo tecnico per soddisfare le richieste del Mic evitando di amputare il progetto.
La posizione di Legambiente
La posizione della Commissaria Rago è perfettamente in linea con quella espressa, sempre nel corso del Convegno, da Legambiente. “Bisogna fermare la devastazione paesaggistica permanente della crisi climatica. Se si evita di fare l’eolico, il paesaggio lo si devasta, indirettamente e direttamente, oltre a devastare anche la nostra salute. Ci sono 52.000 morti prematuri ogni anno causati dallo smog e dalla combustione dei combustibili fossili”, ha dichiarato il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani. “L’Italia ci crede poco, quindi dobbiamo proseguire il lavoro ostinato che stiamo facendo insieme, perché questo è un patrimonio che abbiamo coltivato affrontando molte difficoltà. Speriamo che, prima che la crisi climatica ci travolga, riusciremo a far cambiare idea al nostro Paese” ha aggiunto.