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Eolico offshore, ci potrebbero essere 27.000 nuovi occupati in Italia

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In un evento della ‘Community Floating Offshore Wind’, iniziativa di The European House – Ambrosetti, si è evidenziato come l’eolico offshore galleggiante potrebbe creare nuovi posti di lavoro in Italia, fino a 27.000

Opportunità

Al Forum finale della ‘Community Floating Offshore Wind’, iniziativa di The European House-Ambrosetti in collaborazione con i Partner Renantis, BlueFloat Energy, Fincantieri e Acciaierie d’Italia, si è parlato dello sviluppo dell’eolico offshore in Italia e delle altre opportunità che il settore potrebbe portare nel Paese.

Durante l’evento, che ha visto un ricco panel di relatori e rappresentanti di istituzioni e aziende, si è messa in evidenza l’importanza di tale fonte rinnovabile per la decarbonizzazione della Nazione.

La creazione di una filiera sull’offshore galleggiante infatti, potrebbe generare un valore aggiunto cumulato tra il 2030 e il 2050 pari a 57 miliardi di euro, producendo 20 GW e portando ad avere circa 27.000 nuovi occupati impegnati nella fabbricazione, assemblaggio, progettazione e manutenzione.

Terzo mercato mondiale

Bisogna infatti considerare che l’Italia è il terzo mercato mondiale per ciò che concerne tale vettore energetico, almeno secondo quanto dichiarato dal Global Wind Energy Council.

Il viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti nel governo Meloni, Edoardo Rixi, ha dichiarato durante l’evento che, in un Paese che ha oltre 8.000 chilometri di coste e realtà portuali che potrebbero avere un ruolo chiave in questa fase di trasformazione, l’eolico offshore può rappresentare un elemento di novità. Bisognerà ovviamente non lasciarsi scappare nessuna occasione per ottimizzare l’uso di tali risorse e portarle al loro massimale.

Si potrebbe farei di più

Si potrebbe fare di più infatti, considerando che le caratteristiche morfologiche della penisola e la conformazione dei suoi fondali marini.

Anche il Marine Offshore Renewable Energy Lab (MOREnergy Lab) e il Politecnico di Torino hanno infatti calcolato che il Belpaese potrebbe raggiungere una potenza di 207,3 GW e una generazione di 540,8 TWh all’anno se solo si superassero stalli burocratici e assenza di investimenti.

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