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Eolico, Germania: se i venti alimentano le preoccupazioni per i mercati europei

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L’andamento dei venti, nel condizionamento dei mercati dell’eolico, è assurto ad incognita per la Germania, rispetto al valore del comparto. Le incertezze sul fenomeno hanno avuto un responso diretto anche sulla struttura economica europea e sui relativi prezzi del comparto energetico.

Dalla Germania ai mercati esteri

L’andamento dei venti è variabile centrale nel funzionamento dell’eolico, motivo di grande interesse e preoccupazione tanto per la Germania, quanto per lo scenario europeo nel complesso. Secondo la Reuters, in effetti, la debolezza del fenomeno ventoso ha portato con sé dei condizionamenti strutturali.

La Germania, in effetti, è il principale produttore europeo di energia eolica, anche in virtù della sua posizione geografica. Berlino, per altro, sta affrontando da tre anni una riorganizzazione complessiva della propria politica energetica.

La seconda fase del conflitto russo-ucraino ha avuto delle conseguenze dirette sull’economia tedesca che, oltre a dover trovare nuovi fornitori (soprattutto di gas), ha sviluppato sempre più le fonti ‘verdi’. E il modello scelto in questo senso – in linea con i dettami europei – è stato quello di utilizzare le finanze pubbliche per fornire delle garanzie ai privati (anche rispetto agli investitori cinesi).

Questione di numeri e andamenti

Fermo restando il primato tedesco, in Europa, nella produzione di energia eolica, gli ultimi (quattro) mesi hanno destato non poche preoccupazioni.

Secondo i dati di Ember, la produzione tedesca di energia elettrica da fonte eolica si è ridotta del 3% nel 2024 rispetto ai livelli del 2023, attestandosi a circa 131 Terawattora (TWh). Si è trattato della seconda contrazione annuale della produzione eolica dal 2015. Il tutto, nonostante l’aumento della capacità di generazione eolica installata in Germania nel 2024.

L’impossibilità di sfruttare a pieno la forza del vento ha spostato nuovamente il bilanciamento sulle centrali a combustibili fossili. Inoltre, sono tornate a crescere le importazioni di energia dai Paesi vicini.

Lo scenario europeo

Spostando l’accento sullo scenario europeo, a sua volta, l’aumento delle importazioni tedesche di energia elettrica ha contribuito all’aumento dei prezzi regionali. Il 2025 è cominciato con dei prezzi ai massimi da quasi due anni. A questo fattore, si è aggiunta una maggiorazione di circa il 70% rispetto alla media del periodo 2020-2021 (dati LSEG).

La preoccupazione, nel merito, è dunque incentrata sui volumi dei parchi eolici tedeschi. Qualora questi siti continuassero ad operare al di sotto della loro capacità, le aziende elettriche tedesche potrebbero essere costrette ad aumentare ulteriormente l’energia da fonti fossili. Soprattutto quella importata.

Da qui, s’innescherebbe un’ulteriore contrazione dei mercati energetici europei nel corso del 2025, con conseguenze dirette su tutte le economie, tutte interconnesse.

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