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Eolico, Germania: garanzie dello Stato per proteggere e rilanciare il settore

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In Germania si stanno studiando una serie di garanzie, volte a rilanciare l’eolico, a partire da una forma di tutela verso le importazioni dall’estero.

Il ruolo dello Stato

La Germania sarebbe prossima a deliberare un pacchetto di garanzie per l’eolico, affinché l’industria nazionale si rilanci, tutelandola, dalla concorrenza estera. Lo ha riportato la Reuters, secondo cui le modalità operative s’inserirebbero all’interno delle preoccupazioni comunitarie nei confronti della Cina.

Da questo punto di vista, il progetto di Berlino verterebbe sull’ampliamento del mandato – in materia di trasformazione sostenibile – della banca statale KfW. L’inserimento delle ‘barriere economiche’ legittimerebbe un esborso pubblico di almeno 16 mld di Euro (17,34 mld di Dollari). In questo modo, si supporterebbe l’aumento della produzione entro il 2030.

Tali misure, inoltre, estenderanno il campo di applicazione delle aziende che devono rispettare le norme di cybersicurezza energetica. Saranno incluse tutte quelle realtà che hanno accesso ad un qualsiasi impianto di produzione. La loro attuazione dovrebbe cominciare già nel 2025.

All’orizzonte del nuovo protezionismo europeo

Nonostante, a parole, nessuno sembri volere un confronto commerciale diretto con la Cina, la tendenza parrebbe ben diversa. In effetti, l’introduzione di barriere economiche in Unione Europea – a partire dalla mobilità elettrica – sembrerebbero rinverdire una nuova stagione di protezionismi. La paura di perdere ulteriori quote di mercato sembrerebbe di questi tempi essere assurta a preoccupazione dirimente.

Per far questo, il Governo tedesco ha dimostrato di volersi avvalere di una serie di strumenti esistenti nell’Unione Europea, come il regolamento sulle sovvenzioni estere (in vigore dal 2023). Al regolamento, si affiancheranno delle misure di protezione del commercio, come i regolamenti anti-dumping e antisovvenzioni, deliberate in nome della concorrenza leale.

In ossequio alle direttive del Ministro dell’Economia Robert Habeck, il piano mirerebbe anche a ridurre la dipendenza dalla Cina dei minerali ‘critici’ (terre rare, magneti permanenti), provenendo questi dal Paese asiatico per oltre il 90%. Sempre secondo quanto dichiarato da Habeck, le industrie svilupperanno una tabella di marcia, da rispettare tra la fine di quest’anno e il 2025.

Tuttavia, diversi esperti hanno comunque affermato che l’uso di turbine cinesi sarà inevitabile, se entro il 2030 si vorranno raggiungere gli obiettivi comunitari sulla transizione energetica. Bruxelles, in effetti, ha stimato che si debbano aggiungere almeno 37 Gigawatt (GW) di nuova energia eolica all’anno, rispetto ai 17 GW aggiunti nel 2023. Senza il supporto cinese, però, difficilmente si arriverà a tali quote.

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