Roma, 07/04/2025 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Dazi: fotovoltaico, eolico e mobilità elettrica sotto attacco

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La politica tariffaria di Trump, pur con l’intento di rafforzare l’industria nazionale, sta creando gravi disagi per la transizione energetica globale. Con l’aumento dei costi, il rallentamento degli investimenti nelle energie rinnovabili e la crescente incertezza nel mercato, l’effetto collaterale più immediato di questi dazi potrebbe essere una crisi energetica globale che ostacola lo sviluppo di un futuro a basse emissioni di carbonio.

I dazi di Trump minacciano la transizione energetica globale: fotovoltaico, eolico, batterie e e-mobility colpiti

I dazi imposti da Trump stanno ostacolando la transizione energetica mondiale, con un impatto diretto sui settori chiave come il fotovoltaico, l’eolico, le batterie e l’e-mobility. Le tariffe, che variano tra il 10% e il 49%, aumentano i costi e rallentano gli investimenti nelle energie rinnovabili, mentre le aziende statunitensi si preparano ad affrontare bollette più alte e una maggiore instabilità. La crisi del settore siderurgico europeo, già messo sotto pressione dalla concorrenza cinese, si aggrava ulteriormente con l’introduzione dei dazi. Se il trend dei dazi continuerà, potrebbero esserci gravi conseguenze sull’industria globale, compreso il rischio di un rallentamento nella crescita delle tecnologie pulite e nel settore energetico.

La guerra commerciale e la transizione energetica

La guerra commerciale iniziata da Donald Trump, con la sua politica protezionistica, sta avendo un impatto devastante sulla transizione energetica globale. Le ripercussioni sul settore energetico sono particolarmente evidenti nei settori del fotovoltaico, dell’eolico, delle batterie e dell’e-mobility. I principali produttori di tecnologie rinnovabili, specialmente quelli situati nel Sud-est asiatico, stanno già vedendo le loro catene di fornitura sotto pressione a causa dei dazi imposti. Questa guerra commerciale si sta intensificando con le risposte di Paesi come la Cina e l’Europa, che subiscono gravi danni a causa delle tariffe più alte.

Trump ha voluto rafforzare l’industria dei combustibili fossili, risparmiando i colossi del petrolio dalla stretta globale dei dazi. In questo contesto, le tariffe non solo colpiscono i settori delle energie rinnovabili ma favoriscono le industrie legate ai combustibili fossili, aumentando ulteriormente le disparità tra le due aree.

L’impatto dei dazi sulle rinnovabili

I settori più colpiti sono quelli del fotovoltaico e dell’eolico, che dipendono in gran parte dalle importazioni di materie prime e componenti provenienti dalla Cina, dal Vietnam, dalla Thailandia e dalla Cambogia. I dazi, che vanno dal 10% al 49%, penalizzano la catena di approvvigionamento internazionale e costringono i Paesi coinvolti a cercare alternative per la fornitura. La situazione è ancora più grave per il settore delle batterie, il cui prezzo subisce un aumento notevole.

Secondo il Financial Times, le importazioni di celle per lo stoccaggio di energia dalla Cina subiranno una tassa aggiuntiva del 34%, che si somma al 20% già annunciato in precedenza. Entro il 2026, la somma dei dazi raggiungerà l’82,4%. Questo scenario comporterà un rallentamento negli investimenti nelle rinnovabili, un aumento dei costi per le imprese e la difficoltà di mantenere competitiva l’industria delle energie pulite.

Il rischio di un aumento delle bollette energetiche negli Stati Uniti

Le tariffe inflitte da Trump hanno un impatto diretto anche sulle aziende statunitensi, che si vedono costrette a rimandare gli investimenti nel settore delle energie rinnovabili. I dirigenti avvertono che l’aumento dei costi potrebbe portare a un incremento delle bollette elettriche per i consumatori. Secondo Bank of America, nel 2023 i prezzi dell’elettricità sono aumentati a un ritmo doppio rispetto all’inflazione, con molte utility che hanno richiesto aumenti a due cifre per coprire l’aumento dei costi di materiali, manodopera e miglioramenti alla rete elettrica.

Questo potrebbe rappresentare un ostacolo decisivo proprio ora che gli Stati Uniti devono intraprendere una nuova era di leadership energetica, che metta il Paese al centro della rivoluzione dei data center e dell’intelligenza artificiale”, ha dichiarato Sandhya Ganapathy, CEO di EDP Renewables North America. “Dal punto di vista aziendale, è un elemento di forte instabilità e incertezza,” ha aggiunto.

La crisi del settore siderurgico europeo

Anche il settore siderurgico sta risentendo pesantemente della politica tariffaria di Trump. L’applicazione dei dazi sull’acciaio rischia di aggravare la crisi di questo comparto, già minato dalla concorrenza della Cina, che inonda i mercati con acciaio a basso costo. In Europa, dove l’industria siderurgica è fondamentale per il settore delle energie rinnovabili, l’impatto dei dazi potrebbe ridurre ulteriormente la competitività.

Le esportazioni di acciaio dell’Unione Europea sono crollate, passando da 29 milioni di tonnellate nel 2014 a 16 milioni nel 2023. Le spedizioni verso gli Stati Uniti, uno dei principali mercati di riferimento, sono diminuite da 3,3 milioni di tonnellate nel periodo 2014-2018 a 2,2 milioni tra il 2019 e il 2024. La crisi del settore siderurgico potrebbe avere conseguenze gravi per il futuro delle tecnologie rinnovabili, delle batterie e della mobilità elettrica.

Petrolio e gas: vantaggi a breve, ma a quale prezzo?

In parallelo, il calo dei prezzi del petrolio negli Stati Uniti ha suscitato preoccupazione tra gli esperti. I prezzi sono scesi sotto i 60 dollari al barile, il livello più basso degli ultimi quattro anni. Sebbene ciò possa sembrare un vantaggio per i consumatori e le aziende, il rischio è che un ulteriore calo dei prezzi spinga le compagnie petrolifere e del gas a ridurre gli investimenti, diminuire la produzione e licenziare personale, con ripercussioni negative sull’economia statunitense e sulla stabilità del mercato energetico globale.

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