Dal 31 marzo a domenica 27 ottobre, data in cui è previsto lo spostamento delle lancette degli orologi un’ora indietro, l’Italia avrà risparmiato in termini energetici 75 milioni di euro. Il dato, fornito da Terna, sembra contrastare con la proposta di abolizione della convenzione oraria da parte della Commissione Europea nel 2018. Oggi in 350mila chiedono l’ora legale permanente.
Tesi contrastanti e nuovi dati
Quando, nel 2018, la Commissione Europea sotto la guida dell’allora presidente Jean-Claude Juncker propose di abolire l’ora legale, aveva giustificato la decisione basandosi sui limitati benefici economici e sui risparmi minimi di energia attribuibili al cambio stagionale dell’ora. Inoltre, diversi studi nel tempo, avrebbero dimostrato come il cambiamento abbia effetti negativi sulla salute fisica e mentale. Tuttavia, i dati forniti da Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione elettrica italiana, offrono un quadro diverso per l’Italia. Infatti, grazie allo spostamento delle lancette di un’ora avanti nei mesi primaverili ed estivi, l’Italia ha risparmiato, dal 2004 a oggi, circa 2,2 miliardi di euro e oltre 11,7 miliardi di kWh di elettricità, un risparmio energetico rilevante.
Risparmi energetici nel 2024
Nel 2024, i benefici dell’ora legale sono stati significativi: nei sette mesi tra marzo e ottobre, l’Italia ha ridotto il consumo di energia di 340 milioni di kWh, l’equivalente del fabbisogno annuale di circa 130 mila famiglie. Questo risparmio energetico si è tradotto in un risparmio economico di oltre 75 milioni di euro, mostrando un impatto positivo concreto.
Vantaggi ambientali
Oltre ai risparmi economici, l’ora legale ha apportato anche vantaggi ambientali. Il minor consumo di elettricità durante i mesi di ora legale ha evitato emissioni di CO2 per circa 160 mila tonnellate, contribuendo a ridurre l’impronta di carbonio del Paese. Questi dati evidenziano come l’adozione dell’ora legale supporti anche gli obiettivi di sostenibilità ambientale, che sono prioritari sia per l’Italia sia per l’intera Unione Europea.
Costi dell’energia e impatto sui consumi
Nel periodo di ora legale del 2024, il costo medio del kilowattora per il “cliente domestico tipo in maggior tutela” è stato di circa 22,2 centesimi di euro, un costo che, grazie al minore fabbisogno di elettricità serale, si è ridotto. Il risparmio energetico è stato reso possibile soprattutto dalla riduzione dell’illuminazione artificiale durante le ore serali, anche se gli effetti dell’ora legale potrebbero variare in base all’evoluzione dei costi energetici e alle condizioni climatiche.
La posizione italiana
Nonostante i dati positivi, i Paesi membri dell’Unione Europea continuano a discutere sull’effettiva utilità dell’ora legale. La proposta della Commissione Europea del 2018 per l’abolizione del cambio stagionale ha messo in luce l’esistenza di approcci contrastanti tra le varie nazioni europee: da un lato, alcuni Paesi settentrionali percepiscono minori benefici da questo sistema, mentre quelli meridionali, come l’Italia, sembrano trarne vantaggi economici ed ecologici rilevanti. La decisione finale rimane aperta e dipenderà da una valutazione complessiva dei benefici e dei costi per tutti i Paesi dell’Unione.
350.000 firme per rendere l’ora legale permanente
Sono 350mila gli italiani che hanno chiesto lo stop al passaggio ora legale/ora solare, firmando la petizione online lanciata su Change.org. Lo affermano la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) e Consumerismo No Profit che hanno promosso una raccolta firme per chiedere al governo l’ora legale permanente.