Gas, sicurezza e decarbonizzazione, un’alleanza innovativa per l’Italia e il Mediterraneo. L’intervento di Francesco Profumo, Presidente ACRI e Fondazione Compagnia di San Paolo, alla giornata di apertura della Conferenza internazionale Energia Italia 2020 di Roma.
“Ogni crisi e foriera di un progresso. Così è stato nel passato, così è nel presente. Le crisi stimolano tutti gli elementi spesso dormienti, gli stesi che sono costitutivi delle grandi strategie”. così ha detto il Presidente ACRI e Fondazione Compagnia di San Paolo, Francesco Profumo, partecipando alla prima giornata della Conferenza internazionale Energia Italia 2020 di Roma.
Nel suo intervento dal titolo “Un’alleanza innovativa per l’Italia e per il Mediterraneo”, l’ex ministro dell’Istruzione e dell’università ha spiegato che siamo tutti chiamati a rappresentare quello che è necessario fare oggi e soprattutto domani, per il raggiungimento del bene comune: “Dobbiamo guardare oltre questa fase così difficile e cercare di stabilire delle traiettorie alternative che ci portino in una nuova situazione a noi favorevole”.
Oggi c’è una netta cesura tra quello che abbiamo al momento e quello che consideravamo acquisito ormai, senza immaginare che tutto è destinato a terminare. Ma questa rottura può divenire un’opportunità, ad esempio potremmo svolgere un ruolo di cerniera nel Mediterraneo, tra il Nord e il Sud del bacino. Ruolo che abbiamo svolto per lungo tempo, ma di cui ci siamo dimenticati.
L’energia è oggi il tema di maggior rilevanza strategica, che condiziona le politiche industriali e orienta le scelte ambientali, determinando crescita e sviluppo. Che si tratti di petrolio o gas, di eolico o solare, di biomasse o idrogeno verde, il futuro del mondo dipende dall’energia e l’energia è il motore dell’economia. Ecco perché è centrale prendere le decisioni migliori per tracciare il percorso più giusto da compiere verso il futuro.
“La progressiva sostituzione del gas russo dovrebbe essere complementare ad una generale eliminazione dei combustibili fossili, accelerando la transizione ecologica. Dobbiamo ragionare su questo, perché il percorso potrebbe portarci ad uno spostamento del baricentro dal Nord al Sud dell’Europa. Il Mediterraneo diverrà più centrale, come lo è stata nel passato. L’Italia potrebbe svolgere un ruolo leader in questa transizione”, ha aggiunto Profumo.
“Nel 2021 la Russia ha rappresentato per l’Unione europea il 45% di approvvigionamenti di gas e 25% di petrolio. Per ridurre questa eccessiva dipendenza da Mosca, l’Europa ha risposto con il lancio del “REPOWER EU” – ha continuato il Presidente ACRI – con cui sostituire l’80% del gas russo entro la fine del 2022 attraverso quattro azioni guida: il GNL, l’attivazione o il potenziamento di gasdotti non russi, incrementando le fonti rinnovabili sui territori, migliorando l’efficienza energetica degli immobili e incentivando i comportamenti virtuosi tra i consumatori”.
Italia e Germania sono i Paesi più esposti a questa transizione, lo sappiamo bene, ha ricordato Profumo: “Il 50% dell’energia elettrica italiana è prodotta da centrali a gas, scelta politica e tecnologica presa in passato che oggi ci penalizza e che infatti va cambiata. Come? Il Governo sta cercando di diversificare gli approvvigionamenti, ad esempio potenziando il Transmed dall’Algeria, o il Greenstream dalla Libia, o il TAP dall’ Azerbaijan.
L’energia può diventare la leva strategia per ripensare l’Europa in chiave mediterranea. Si deve ragionare su un’alleanza politica e culture con la sponda sud di questo grande mare, in cui diversificare gli approvvigionamenti e le fonti, più tubi dal Sud e non dall’Est, più sole e meno gas”.
“Siamo un ponte naturale tra Nord Europa e Nord Africa e questo ci consente di assumere un ruolo di guida in questa nuova fase storica, assicurando stabilità energetica e politica lungo tutto il corridoio dei trasporti per le materie prime energetiche e non solo. Si tratta di rilanciare il progetto di un grande laboratorio di sistemi energetici orientati alla transizione green, anche sperimentando i nuovi vettori energetici come l’idrogeno verde”, ha specificato il Presidente ACRI.
“Si parte da questi punti di riflessione per raggiungere stabilità, pace, sostenibilità e innovazione. La cultura poi, può giocare un ruolo chiave nello sviluppo di una strategia vincente. Ad esempio – ha affermato Profumo – si potrebbe pensare ad una grande università mediterranea, in cui i giovani provenienti da ogni sponda possano integrarsi culturalmente, proprio affinché tali processi possano avere gambe più forti, con un occhio alla qualità della vita del nostro mondo e maggiore rispetto dei fragili equilibri ambientali, culturali e politici che al momento sono messi in pericolo. Dobbiamo costruire un modello di crescita migliore, più inclusivo di tutte le peculiarità di cui il mediterraneo si nutre da secoli”.