Roma, 08/09/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Veicoli elettrici, 20.000 potenziali punti di ricarica da installare al 2030. Il rapporto

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L’istituto Fraunhofer ISI pubblica un nuovo studio inerente il trasporto su gomma. Nello specifico, guardando al 2030, si mette in evidenzia l’esistenza di meno punti di ricarica rispetto a quanto preventivato, e la necessità di maggiori sforzi per i prossimi 7 anni.

Il rapporto

Il rapporto pubblicato dall’istituto Fraunhofer ISI riguarda veicoli elettrici e punti di ricarica. Dallo studio emerge che 1.000 potenti nuove stazioni basterebbero per elettrificare completamente il trasporto su gomma del futuro in Europa.

In particolare, se queste venissero piazzate nel modo giusto risponderebbero al 91% delle esigenze, potendo così convertire quasi la totalità del settore da qui ai prossimi 7 anni.

Stazione di ricarica MCS

Fraunhofer ISI si riferisce a stazioni di ricarica MCS (Megawatt Charging System), ovvero sistemi pensati appositamente per camion e mezzi pesanti, e che richiedono circa 4 anni per essere messi a punto.

Quest’innovazione venne annunciata per la prima volta nel 2018, durante una conferenza organizzata negli Stati Uniti. Con gli anni poi il tema è stato più preso in considerazione.

Una potenza di picco di 3.750 kW

L’MCS è in grado di raggiungere una potenza di picco di 3.750 kW, e parliamo dunque di numeri importanti dato che le colonnine ultra-fast arrivano a circa 350 kW, e consentono una ricarica in 20-30 minuti.

Di certo, si sta lavorando tanto per ridurre tali tempistiche e ottenere risultati più performanti, con alcuni prototipi di questo tipo già esistenti.

Le previsioni

L’istituto tedesco fornisce anche delle previsioni sull’attuale tasso di crescita del trasporto su gomma, individuando almeno 20.000 potenziali punti dove poter installare una stazione di ricarica per camion.

Al momento ce ne sono di meno rispetto a quanto preventivato. Le ragioni? Potrebbero essere molteplici, legate magari a risorse limitate o intoppi burocratici.

Il contributo di Amazon

Il report comunque è anche frutto del contributo di Amazon, soprattutto nel fornire indicazioni sul numero e sulla posizione ideale per nuovi punti ultra-fast.

Grazie allo strumento della multinazionale statunitense, conosciuto come open-source CHALET, è stato possibile arrivare a quel 91% del traffico di autocarri a lungo raggio e all’individuazione di un ampio set di dati: oltre 1,6 milioni di combinazioni di viaggi possibili.

LEGGI QUI LO STUDIO.

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