La start-up britannica Deep Green ha trovato un modo più economico e sostenibile per recuperare il calore e mantenere l’acqua di una piscina pubblica a 30 °C per il 60% del tempo. Un risparmio non solo per l’ambiente, ma anche per i gestori.
L’innovazione
La startup britannica Deep Green ha sperimentato un modo per riscaldare l’acqua di una piscina della contea di Devon, in Inghilterra, utilizzando il calore prodotto dal suo data center, in particolare dai suoi sistemi di archiviazione dei dati e dai computer.
La struttura oggetto dell’esperimento è stata Exmouth Leisure Centre che, grazie a quest’innovazione, ha risparmiato migliaia di sterline sulle bollette energetiche.
Come funziona e quali benefici comporta
I server sono circondati da un olio minerale che viene usato per catturare il calore e poi, passando per uno scambiatore, per scaldare l’acqua a circa 30° C, per il 60% del tempo.
Questa rappresenta una soluzione efficiente dal punto di vista economico e ambientale, offrendo dei benefici sia al centro ricreativo che alla start up in questione. Questo perché, tutti i data center hanno problemi legati al raffreddamento, mentre le piscine, soprattutto quelle di grandi dimensioni, si ritrovano spesso a pagare dei costi troppo elevati.
L’ambizione di Deep Green
Trasferire il calore dai server della Deep Green all’acqua della struttura comporta innumerevoli vantaggi, in quanto scalda la piscina e raffredda il centro dati, permettendo all’azienda britannica di offrire dei servizi informatici a prezzi più economici, grazie a dei costi di raffreddamento inferiori.
L’ambizione è adesso quella di allargare la propria rete cloud e portare questo sistema di “teleriscaldamento” anche in altri impianti del Paese, fino a 20 piscine pubbliche, come riporta anche un articolo del quotidiano The Guardian che sottolinea quante strutture ricreative abbiano chiuso in Inghilterra, soprattutto per gli eccessivi costi delle bollette energetiche: circa 400 piscine dal 2010.