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UK, oggi si chiude l’era del carbone

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É partita oggi, lunedi 30 settembre, la dismissione dell’ultima centrale a carbone dell’Inghilterra, lo stabilimento di Ratcliffe-on-Soar Power Station, vicino Nottingham. Per il Paese della prima rivoluzione industriale si chiude un’era.

Chiude oggi l’ultima centrale a carbone

Il 2024 in UK sarà ricordato come l’anno in cui si chiude un’era. Quale? Quella del carbone. Patria della rivoluzione industriale, il Regno Unito è infatti, anche il primo Paese in Europa a dire addio al combustibile fossile altamente nocivo per la salute e l’ambiente. È prevista per oggi, lunedi 30 settembre, la chiusura dell’ultima centrale a carbone dell’Inghilterra, lo stabilimento di Ratcliffe-on-Soar Power Station, vicino Nottingham.  

La fase di dismissione

In realtà la chiusura avviene con due anni di ritardo rispetto alla data inizialmente comunicata, posticipata a causa della crisi energetica innescata dalla guerra tra Russia e Ucraina.La fase di dismissione durerà circa due anni e coinvolgerà parte dei lavoratori attualmente impiegati nella centrale (oltre 100). Gli altri saranno, invece, riallocati in nuove sedi. La società incaricata del processo di uscita dal carbone, è la Uniper , leader energetico nel continente, nato dalla scissione con E.ON. 

Le centrali ancora attive in Italia 

In Italia il carbone genera ancora 4.650 megawatt di potenza, ma il nuovo PNIEC, trasmesso dal governo a Bruxelles a fine giugno, contempla un calendario di phase out da implementare entro il 2025. Il documento inviato in Commissione Ue dal Titolare dell’Ambiente italiano, indica la messa fuori servizio definitiva dei quattro gruppi della centrale Enel di Fusina, in Veneto, per un totale di 760 megawatt, e dell’impianto termoelettrico di potenza pari a 600 MW, sempre appartenente ad Enel e ubicato a La Spezia. Vi è poi la centrale di Monfalcone (315 MW) di A2A. Per ora, restano fuori dalla tabella di marcia che si chiude il prossimo anno, la centrale di Fiume Santo, vicino a Porto Torres, in provincia di Sassari, del Gruppo energetico ceco EPH e altre tre centrali a carbone del Gruppo Enel. Più nel dettaglio si tratta della centrale di Torrevaldaliga Nord, nel comune di Civitavecchia, la centrale “Federico II” di Brindisi e la centrale “Grazia Deledda” di Portoscuso, nella provincia del Sulcis Iglesiente, nel sud della Sardegna. Qui la data indicata come limite ultimo è il 2027.

Le vie della decarbonizzazione

Complessivamente nel 2023 poco più del 5 per cento dell’elettricità usata in Italia è stato prodotto col carbone. Grazie ai progressi fatti in termini tecnologici, oggi è possibile ambire alla neutralità carbonica in vari modi. Idroelettrico, solare, eolico, ma anche idrogeno, gas e biomasse sono tutte soluzioni plausibili, senza dubbio meno climalteranti del carbone. In ogni caso, secondo quanto riportato dalla Uniper, specializzata in tal senso, il successo dipende principalmente dalla presenza due fattori: la possibilità di decarbonizzare a lungo termine e, al contempo, garantire alle imprese la sicurezza dell’approvvigionamento energetico.

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