Secondo un nuovo studio delI’Institute Rousseau commissionato dal gruppo Verdi/ALE (Alleanza Libera Europea) all’Eurocamera, bisognerà raddoppiare gli investimenti per finanziare la transizione verde nei prossimi vent’anni.
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Necessari più investimenti pubblici
Il rapporto redatto da 150 ricercatori dell’Institute Rousseau e commissionato dal gruppo Verdi/ALE all’Eurocamera, evidenzia quanto, per finanziare la transizione energetica da qui ai prossimi vent’anni, saranno necessari più investimenti sia pubblici che privati.
In particolare, lo studio parla di circa 260 miliardi di euro all’anno, pari all’1,6% del PIL europeo, che non sono sufficienti affinché il blocco raggiunga l’obiettivo Net Zero al 2050. Oltre al capitale pubblico, si dovranno dunque mettere a disposizione anche dei fondi privati aggiuntivi, secondo i calcoli del think tank francese, al fine di raddoppiare la spesa fino a 510 miliardi all’anno.
Le attuali regole in materia di debito e deficit
Altro punto a sfavore dell’Unione evidenziato dall’Instituto riguarda proprio le attuali regole in materia di debito e deficit nazionale, che potrebbero continuare a ostacolare, secondo i ricercatori, la capacità degli Stati membri di investire contro il cambiamento climatico.
Nel corso di un briefing con la stampa poi, Philippe Lamberts, co-presidente del gruppo Verdi/ALE ha sottolineato quanto tali norme ‘a tre’, tra la Commissione europea, il Parlamento e il Consiglio, renderebbero ‘giuridicamente impossibile’ raggiungere le ambizioni legate alla decarbonizzazione.
Questo studio dunque, vuole lanciare proprio un allarme al fine di mettere in condizione tutti gli Stati membri ad avere dei margini finanziari più ampi, e intraprendere così azioni importanti e concrete.
Il capitale speso per la neutralità climatica
L’Institute Rousseau ipotizza poi che, quasi tre quarti del capitale speso per la neutralità climatica proverrà dai governi, ma questo sarà tutto da vedere considerando che alcuni esperti credono invece a percentuali molto più alte derivanti dal privato.
Anche Veronika Grimm, membro del Consiglio tedesco degli esperti economici, ha dichiarato a dicembre che l’Ue non può gestire un sistema troppo legato a un massiccio debito pubblico, perché si arriverà al punto di non poterlo più gestire a lungo termine. Come verrà gestita la questione?