Durante l’evento ‘ESC-The Next Energy’, promosso da Coesa, è stata posta al centro dell’attenzione la transizione energetica in Italia, mettendo in luce il potenziale che si potrebbe ancora tirar fuori ed evidenziando anche alcuni traguardi ottenuti in Europa nel 2023.
‘ESC-The Next Energy’
Qual è la situazione in Italia per quel che riguarda la transizione energetica? Quali le sfide e le opportunità? Dall’evento ‘ESC-The Next Energy’, promosso a Torino dall’azienda Coesa specializzata nell’ambito fotovoltaico, è emerso come il Paese abbia ancora tante potenzialità da poter sfruttare.
Un esempio sono gli oltre 300 kmq di coperture a disposizione su stabilimenti e capannoni industriali, che potrebbero essere utilizzati per installare impianti solari pensando di investire tra i 30 e i 36 miliardi di euro.
Sempre dai dati esposti durante l’incontro poi, si è affrontata la possibilità di aggiungere altri 30 GW alla produzione di energia pulita da fonti alternative, coprendo così il 60% del target totale di 50 GW previsti da qui ai prossimi anni.
E sull’Europa?
E sull’Europa? Al Palazzo della Luce di Torino, che ha ospitato l’evento riunendo un tavolo di rappresentanti istituzionali e legati al mondo dell’industria, si è parlato dei 56 GW di centrali fotovoltaiche installate nel 2023, con 4,9 GW prodotti nel Belpaese.
Si tratta dunque di numeri importanti in vista di quelli che sono i futuri obiettivi green sui quali accelerare, che non rispecchiano però il reale portafoglio di energia verde presente in Italia, e di gran lunga superiore a tutto questo, almeno secondo quanto emerso durante il confronto. Cosa fare dunque di più?
Dal consumo alla produzione
Federico Sandrone, Amministratore Delegato di Coesa, ha messo in evidenza la risposta positiva delle imprese alle sfide energetiche della transizione, che si sono dimostrate pronte al cambiamento. Allo stesso tempo però, ha anche sottolineato quanto sia importante arrivare a grandi risultati non solo in termini di infrastrutture installate, ma anche in termini di prodotti e materie prime.
Proprio per tale ragione, per l’AD bisogna cambiare l’ottica con la quale vengono pensati i meccanismi di incentivazione, ragionando su uno scenario europeo ma soprattutto spostando il peso dal consumo alla produzione, con l’obiettivo di sviluppare nuove filiere.
Con questo, Sandrone ha voluto spiegare quanto sia necessario considerare non soltanto i costi di produzione energetici, ma anche capire quanto l’Italia sia disposta a spendere per le rinnovabili.
L’utilizzo dell’idrogeno
Per quanto riguarda l’utilizzo dell’idrogeno, a farne emergere le potenzialità è Davide Damosso, Direttore operativo di Environment Park Torino che ha parlato durante l’evento delle potenziali di questo vettore energetico, sia nell’ambito trasporti che nei comparti industriali energivori, dove l’elettrificazione fatica sempre di più a sostituire le fonti fossili.
Su questo punto, il ministro del Mase Gilberto Pichetto Fratin, ha illustrato a inizio anno il meccanismo degli incentivi per la produzione di H2 a basse emissioni, allo scopo di implementare iniziative per la creazione di una filiera.
Sulla base del ‘Repower EU’, Pichetto vuole puntare a produrre 10 milioni di tonnellate entro il 2030, tentando di importare la stessa quantità di carburante pulito anche da altri Paesi. Si arriverà a questo punto?
Sul nucleare?
L’incontro organizzato dall’azienda Coesa spera di poter dare il proprio contributo in questo, ponendo al centro il confronto tra figure chiave del settore energetico e politico, supportate da istituzioni e imprese, proprio al fine di identificare soluzioni e metodi efficienti per affrontare le prossime battaglie.
E sul nucleare? All’evento Stefano Buono, Founder and Chief Executive Officer di Newcleo, ha esortato a mantenere sul tema un atteggiamento pragmatico e privo di pregiudizi, per quanto sia difficile farlo considerando i grandi dibattiti interni all’Ue scatenati dall’argomento.
In ogni caso, nel 2023 l’Italia ha sicuramente raggiunto qualche traguardo per quel che concerne la transizione energetica, nonostante i punti critici sui quali si deve ancora lavorare tanto. Sarà lo stesso per il 2024?