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Transizione, come potenziare le linee elettriche? Lo studio del Lawrence Berkeley National Laboratory

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Uno studio del Lawrence Berkeley National Laboratory, intitolato ‘Queued Up’, rivela come poter potenziare le reti elettriche e quali sono i principali intoppi da risolvere. Ad oggi infatti, secondo i ricercatori, il tasso di espansione della trasmissione è ancora troppo basso.

L’importanza delle linee elettriche

I ricercatori del Lawrence Berkeley National Laboratory hanno pubblicato uno studio intitolato ‘Queued Up’ che sottolinea l’importanza delle linee elettriche per la transizione energetica, ma anche i problemi e le mancanze che ci stanno dietro.

Gli operatori dei sistemi di trasmissione richiedono infatti che i progetti da connettere alla rete siano sottoposti a una serie di studi di impatto prima di essere finalizzati. Solo dopo averli valutati, è possibile inserirli in un processo noto come ‘coda di interconnessione’, dove i ricercatori del laboratorio americano registrano un aumento della nuova capacità elettrica degli Usa negli ultimi anni.

In tale contesto, circa il 95% della crescita si deve alle FER quali solare, eolico e batterie.  Tuttavia, ci sono tanti problemi che ostacolano le iniziative, portandole a rallentare drasticamente o, nel peggiore dei casi, a fermarsi.

Le difficoltà da superare?

Il dossier del Lawrence Berkeley National Laboratory raccoglie e analizza i dati delle ultime code di interconnessione dal 2022, che rappresentano oltre l’85% del carico elettrico totale degli Stati Uniti.

Nell’anno preso in considerazione, su una stima di 680 GW di capacità, dei progetti presentati solo il 21% è stato portato a termine, sfruttando così solo il 14% dell’elettricità a disposizione. Quali sono allora le difficoltà da superare?

Raddoppiare la quantità di elettricità

C’è chi pensa che la transizione sia a rischio anche per via della carenza di linee elettriche, non ancora sufficienti per soddisfare la domanda energetica in aumento. E se il problema non fosse il numero ma piuttosto i fili metallici per realizzarle?

Il team di ricerca è giunto a tale conclusione collaborando con una società di consulenza chiamata Gridlab e spiegando che, se venissero utilizzati materiali migliori e più avanzati, si potrebbe raddoppiare la quantità di elettricità che il sistema riesce a gestire, e tutto questo a meno della metà del prezzo.

In questo modo, si potrebbero anche accelerare i progetti di energia pulita soggetti a forti ritardi e colpiti da bollette esorbitanti per la connessione alla rete, aiutando un sistema di trasmissione troppo congestionato e che non riesce a integrare nuove centrali rinnovabili.

La concessione dei permessi

Altro problema rilevante poi è la concessione dei permessi, non semplici da ottenere e da sempre causa di scontri. Questo perché la gente non vuole vedere altri fili che deturpino il paesaggio o che danneggino gli ecosistemi locali. Per tale ragione, secondo il team si dovrebbe lavorare sulla costruzione di elettrodotti diversi, che possano ridurre le tempistiche di realizzazione e l’impatto ambientale.

La maggior parte delle linee elettriche esistenti ha un nucleo di acciaio circondato da fili di alluminio. Perché non utilizzare qualcosa di più leggero come la fibra di carbonio? Questa è la proposta degli esperti per consentire alle linee di funzionare anche a temperature più elevate, aumentando la quantità di energia trasportata.

Le soluzioni da poter mettere in campo

Quella del Lawrence Berkeley National Laboratory è di certo un’analisi da prendere in considerazione, e che fa riferimento a un processo conosciuto come ‘riconduzione’,. Ma non si tratta dell’unica alternativa, perché ci sono anche altre soluzioni da poter mettere in campo.

Per esempio, per il think tank RMI, sarebbe significativo lavorare a delle nuove ‘tecnologie di potenziamento della rete’, installando dei sensori che raccolgono dati sulla velocità del vento o sulla temperatura, e che consentono alle società di servizi di aumentare in modo sicuro la quantità di energia trasmessa quando le condizioni meteorologiche lo consentono.

Gli studi sul settore sono dunque innumerevoli, e anche le risoluzioni pensate dagli esperti. Quali verranno però davvero prese in considerazione e attuate?

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