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Sostenibilità, lo stoccaggio della CO2 per produrre cemento a zero emissioni

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L’utilizzo di un tipo di cemento a zero emissioni sta sempre di più prendendo piede a livello globale. Nel cementificio norvegese di Brevik si sta infatti lavorando a un prototipo del genere chiamato evoZero, e realizzato impiegando la nuova tecnologia Carbon Capture and Storage (CCS).

Carbon Capture and Storage (CCS)

Quando parliamo di Carbon Capture and Storage (CCS), ci riferiamo alla cattura dell’anidride carbonica al fine di ridurre le emissioni e contrastare il riscaldamento globale. Si tratta di un processo suddiviso in tre fasi: il sequestro della CO2; il trasporto e lo stoccaggio.

Tutto questo con l’intento di decarbonizzare il settore dell’edilizia, nonostante sia uno degli obiettivi della transizione più difficile da perseguire.

Il materiale più consumato a livello globale

Parliamo del materiale più consumato a livello globale, con una domanda che potrebbe aumentare del 33% entro il 2050. Questo spaventa, considerando che il 60-70% delle emissioni dirette arriva proprio dalla produzione del cemento.

Ed è per questo che tante realtà stanno lavorando per realizzare modelli simili ma più sostenibili, come quello prodotto dall’azienda Heidelberg Materials con sede a Brevik, affacciata sul Mare del Nord.

Il loro cemento si chiama evoZero, e si ottiene proprio impiegando la tecnologia Carbon Capture and Storage (CCS) nel cementificio, senza utilizzare crediti di compensazione generati all’esterno della filiera, e mantenendo il 100% della qualità di un prodotto adatto a tutte le applicazioni.

Abbassare l’inquinamento in tutta la filiera delle costruzioni

Il principale fine dunque è abbassare l’inquinamento in tutta la filiera delle costruzioni, partendo proprio dal primo step che riguarda gli elementi utilizzati nella manodopera. Per l’azienda norvegese, la tecnologia sarà in grado di intrappolare circa 400.000 tonnellate di C02, si spera entro la fine del 2024, pari al 50% delle emissioni mondiali.

La tecnica CCS inoltre, non comporta la modifica della composizione chimica e delle prestazioni del cemento, e di conseguenza evoZero potrà essere utilizzato in più campi differenti nel tentativo di arrivare a una transizione su più livelli.

Non è la prima volta

Non è la prima volta però che si parla di un prodotto simile. Anche la startup Sublime Systems ha pensato a un metodo innovativo che non prevede il riscaldamento di nessun combustibile fossile, e dunque alcun utilizzo dei forni tradizionali fortemente inquinanti per ottenere il materiale.

Si punta invece in questo caso sull’elettrolisi, che divide semplicemente l’acqua in idrogeno e ossigeno, creando una differenza di pH tra i due elettrodi. Al raggiungimento di un certo livello di acidità, gli ioni reagiscono producendo idrossido di calcio solido, chiamato anche calce da costruzione.

Quest’ultimo, sarà poi uno degli ingredienti principali necessari per produrre il cemento. Se tutte queste innovazioni dovessero fare il loro corso, il settore dell’edilizia potrebbe davvero diventare sempre più sostenibile. Cosa aspettarci?

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