Trarre energia dalle maree del fiume
Energia mareomotrice al servizio dell’ambiente
Simile a una diga e con in dotazione 28 turbine azionate dal flusso dell’acqua dentro e fuori dal fiume, il Mersey Tidal Power diventerebbe il più imponente impianto di marea al mondo – si prevede che la sua capacità totale sarà pari a 700 MW –, in grado di alimentare circa 1 milione di abitazioni all’anno per oltre 120 anni, proteggere i cittadini dalle inondazioni e offrire un passaggio pedonale e ciclopedonale.
Tutto ciò per contribuire alla sicurezza energetica della regione e offrire una soluzione, tanto innovativa quanto sostenibile, nell’affrontare al meglio delle possibilità sia il cambiamento climatico (che richiede sempre più energia rinnovabile) sia il rischio di inondazioni.
Se otterrà il placet (adesso si trova nella fase della progettazione, che anticipa quella di pianificazione finale), il progetto dell’imponente generatore a flusso di marea verrà sottoposto ad analisi, da parte degli organi preposti del Regno Unito – paese che entro il 2040 potrebbe dotarsi del primo reattore a fusione nucleare al mondo – per valutare il suo impatto ambientale e stabilire le singole fasi dell’iter di sviluppo.
Un’importante fonte su cui investire
È inutile girarci attorno: l’energia del mare rientra tra le fonti rinnovabili più giovani. Dall’impatto delle onde e delle maree, è possibile generare enormi quantitativi di energia a emissioni zero. Ciò premesso, soltanto negli ultimi si stanno compiendo tangibili passi in avanti per sfruttare in toto questa forza della natura (creando così anche migliaia di posti di lavoro).
A livello mondiale due progetti, in particolare, meritano di essere citati: il Triton wave energy converter (WEC) – una piattaforma che galleggia sull’oceano ed è in grado di convertire il moto delle onde, e dunque l’energia del mare, in elettricità – e il nuovo e unico impianto del sud-est asiatico, approdo del recente accordo tra il Gruppo Inyanga Marine Energye e la società filippina Energies PH.