Analizzando i dati del 2022 e del 2023 si è passati da una media nel 2022 di 13.000 unità/mese ad una media nel 2023 di 27.000 unità/mese (+107%). Si stima che nei prossimi mesi del 2023 si assisterà ad un rallentamento delle nuove installazioni residenziali a causa del blocco della cessione del credito e dei ritardi nell’aggiornamento del PNIEC.
L’Osservatorio sistemi di accumulo ANIE
A fine primo trimestre 2023 in Italia risultavano installati 311.189 sistemi di accumulo, per una potenza complessiva di 2.329 MW e una capacità massima di 3.946 MWh, secondo il nuovo aggiornamento del Report “Osservatorio sistemi di accumulo” di ANIE Federazione.
Seguendo il trend delle installazioni di energy storage in Italia, registrati dal sistema Gaudì di Terna, si è registrato un incremento del +107% delle installazioni per unità/mese: dalle 13.000 del 2022 alle attuali 27.000.
Nove impianti su dieci di taglia inferiore ai 20 kWh e tecnologia al litio
Da gennaio a marzo 2023 le istallazioni sono state 80.199, per una potenza pari a 741 MW e una capacità di 1.089 MWh. Il risultato, è scritto nel commento ai dati: “è frutto degli investimenti effettuati nel 2022 in cui il meccanismo della detrazione fiscale abbinato alla cessione del credito ha dato una forte spinta al mercato. Il superbonus con aliquota del 110% ha trainato gli investimenti, ma non è da sottovalutare anche la detrazione al 50%”.
La tecnologia più diffusa è quella a base di Litio (99% del totale). La quasi totalità (92%) dei SdA è di taglia < 20 kWh. Il 99,9% dei SdA risulta abbinato ad un impianto fotovoltaico, di cui il 99,6% di taglia residenziale.
La Lombardia è la regione con il maggior numero di sistemi installati (62.222 SdA per una potenza di 448 MW e una capacità di 753 MWh), seguita dal Veneto (44.661 SdA per 330 MW e 608 MWh) e dall’Emilia-Romagna (31.382 SdA per 240 MW e 379 MWh).
Criticità: dalla cessione del credito al PNIEC
Dall’Osservatorio emergono due problematiche piuttosto rilevanti alla diffusione dei sistemi di accumulo in Italia nei prossimi mesi. Il trend positivo del primo trimestre 2023 potrebbe rallentare significativamente per il resto dell’anno a causa principalmente del “blocco della cessione del credito” e per i ritardi nell’aggiornamento del Piano nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030.
Nel primo caso, secondo ANIE, è difficile ipotizzare intensità e durata dell’effetto trascinamento nel corso del 2023 determinato dalle modifiche alla cessione del credito: blocco per le nuove iniziative, possibilità di impiego delle iniziative già in essere; dipenderà tutto da quanto gli istituti finanziari potranno assorbire ulteriore credito. È indubbia l’efficacia dello strumento della cessione del credito, così come era indubbia la sostenibilità economica del 110% nel tempo.
Riguardo al PNIEC, invece, siamo piuttosto lontani dagli obiettivi fissati dall’Unione europea: per l’accumulo elettrochimico centralizzato dei 400 MW da traguardare entro il 2023 siamo a quota 25 MW (6% dell’obiettivo), mentre per quello da pompaggio dei 700 MW nuovi da realizzare siamo a 0 MW (0% dell’obiettivo).