Pubblicata sul sito istituzionale del GSE la composizione del mix energetico iniziale immessa in rete negli anni 2022 e 2023. Quali i risultati emersi? Di certo un maggiore incremento delle rinnovabili a fronte di un uso più ridotto di fonti fossili.
Mix energetico nazionale
È stato di recente pubblicato sul GSE la composizione del mix energetico nazionale in riferimento al 2022-2023. In particolare, proprio l’anno scorso le rinnovabili sono tornate al di sopra della quota di 100 TWh, come indicato anche nel Rapporto Mensile sul Sistema Elettrico di Terna di dicembre.
Nello specifico, i dati riportati dal Gestore parlano di una produzione da Fer immessa nel sistema elettrico di 112,7 TWh, che ha determinato un incremento del 9% rispetto al 2022, ovvero circa 15 TWh. Quale la ragione? Soprattutto lo sviluppo del fotovoltaico, con una crescita del 10,6% (+2,9 TWh), e dell’eolico, pari al 15% (+3 TWh).
In generale dunque, le elevate percentuali di entrambe le fonti hanno prodotto rispettivamente 30,6 TWh e 23,4 TWh. Ma cos’altro emerge dai dati?
Ripresa dell’idroelettrico
Rispetto al 2022, il 2023 è caratterizzato anche da una ripresa dell’idroelettrico, che supera infatti i 10 TWh. Per quanto concerne le altre fonti, si assiste a un uso meno intensivo di combustibili inquinanti (-3,07%) e a una contrazione dell’apporto del gas naturale (– 5,67%). Rimane invece quasi invariato il contributo dei prodotti petroliferi (-0,26%), sui quali però altri Paesi continuano tutt’oggi a incentrare la propria lobby.
In quello che è il fuel mix, il Gestore ha il compito di verificare il numero di GO (Garanzia d’Origine), necessario per dimostrare, ai clienti finali, che l’elettricità generata provenga davvero da sistemi green.
Quadro generale positivo
Per il 2024, da maggio le imprese devono comunicare, tramite portale disponibile sul sito del Garante, la quantità totale di energia venduta, riportando quella specifica acquistata in Italia; quella importata da Paesi Terzi; quella rinnovabile esportata nell’ambito delle offerte disponibili.
Analizzando tabelle e risultati emersi, si può comunque parlare di un quadro generale positivo, che evidenza un 2023 più incentrato sulle Fer (36,95% contro il 46,31%), con alcune fonti rimaste però invariate come il nucleare, oggetto già da tempo di una situazione di stallo.