A Perugia, il 3 giugno, si è svolto l’incontro di presentazione dei risultati sul progetto EduCER. L’obiettivo? Riconsiderare la scuola come luogo di produzione energetica e di formazione dei futuri cittadini sulle tematiche di sostenibilità. A partecipare anche RSE.
Il convegno
Il convegno ‘Verso la transizione verde circolare per combattere l’emergenza climatica attraverso Comunità di Energia Rinnovabile locali e partecipate’ si è svolto a Perugia, presso la Scuola Secondaria di Primo Grado Carducci-Purgotti. Tale luogo non è di certo una coincidenza, ma rappresenta il fine ultimo dell’evento: far capire come le scuole siano un importante sito energetico.
Qui infatti studiano circa 300 studenti, per un consumo di energia medio annuo di 54 MWh. Grande attenzione è dunque riservata alla loro istruzione su temi sensibili, quali rinnovabili e sostenibilità. All’incontro, ha partecipato anche l’Amministratore Delegato di RSE, Franco Cotana.
I focus affrontati
Diversi i focus affrontati: il contributo che ognuno di noi può dare per contrastare il cambiamento climatico; i risultati del progetto EduCER; l’inquadramento nazionale delle CER. Quest’ultime sono state in particolare l’oggetto dell’intervento di Cotana, volto a spiegare i benefici e i vantaggi di autoconsumare energia pulita per poi condividerla.
Riguardo al progetto EduCER, di cosa si tratta nello specifico? Anche in questo caso, l’obiettivo è promuovere la diffusione delle Comunità Energetiche Rinnovabili in tutta Italia, incentivando la produzione di elettricità green da risorse locali, e diffondendo, al contempo, la cultura della sostenibilità.
Partire dalle scuole
Altra ambizione è fare tutto ciò partendo dalle dalle scuole, e ponendo al centro questioni odierne che tutti devono conoscere: condivisione, risparmio energetico e circolarità.
Il progetto prende come riferimento l’istituto comprensivo Carducci-Purgotti, considerato il primo step per poi raggiungere i prossimi traguardi.
Testare i benefici
L’idea è quella di installare anche un impianto fotovoltaico da 200 kW, e una colonnina di ricarica intelligente posta a servizio di un minibus e di un’automobile elettrica, al fine di massimizzare l’energia condivisa.
Partendo poi dall’analisi dei consumi reali del plesso, per poi testare i benefici economici ed energetici, si vorrebbe riproporre lo stesso modello anche in altre strutture del Nord e Sud Italia, dando vita così a un esempio virtuoso, inclusivo e sostenibile da replicare in tutto il Paese.